HOMEPAGE CULTURA Veroli, conclusi ieri con una celebrazione all’aperto i festeggiamenti in onore della...

Veroli, conclusi ieri con una celebrazione all’aperto i festeggiamenti in onore della Madonna Addolorata

492
CONDIVIDI

Quel senso di assenza dal corpo. Il dovere della gratitudine. E la commozione di essere figli Suoi. Lei era lì, sotto quel drappo azzurro di cielo ordinato. L’ombra cambiava piano sui muri, e così i tagli di luce. Poche nuvole che si profilavano all’orizzonte si avvicinavano e scomparivano. Tutto era fermo intorno a respirare l’umano dolore. Quando Lei chiama, alberi, fontane, insetti, uccelli e montagne obbediscono.

E Veroli era raccolta ai suoi piedi, e tutto il resto aveva perso senso e nome. Sembrava piangere lacrime calde da quel volto rivolto al Suo popolo  mentre dietro, la valle, velata e silenziosa le lambiva appena la figura. Una figura talmente umana, talmente ‘donna’, talmente ‘madre’, da essere comprensibile ai più umili. La posa delle mani in una ricerca di Dio nel mondo dei poveri.  Quei piedi nudi visibili appena che la ‘inchiodano’ a questa terra, consumati dal tempo e dalle mani che nel tempo l’hanno carezzati. Tutto è così umano, non celato ed immediatamente comprensibile che trascende ogni fede. Ma la potente spiritualità non risiede in tali particolari meramente terreni.

Accanto un altare bianco, fiori e tutte quelle cose che occorrono a dir messa. Tutto è apparso ovattato e gli occhi dei presenti erano rivolti a Lei, terrena e ‘altissima’ a sfiorare con la fronte l’antico campanile. Una strana sensazione scompaginava ogni pensiero, la paura che da un momento all’altro potesse smaterializzarsi e volare via confondendosi con l’azzurro del Creato. Ma una Madre non lascia i figli suoi e quegli strani pensieri si trasformavano in respiri senza ritorno al punto di partenza. Sono stati minuti che arrivavano, finivano e ricominciavano. Ogni volta, fino alla fine della celebrazione.

Si sono conclusi così i festeggiamenti in onore della Madonna Addolorata, nell’incandescenza di una Piazza Santa Salome mai stata tanto bella. Scomparsi i segni del transitorio, tutti l’abbiamo seguita e ‘scavata’ con le ciglia mentre ripartiva in spalla come una Regina per tornare nella sua Casa. Negli occhi la luce del giorno. Nel cuore il segno della colpa redenta. Fra le dita devozione, speranza e silenzio. Soprattutto silenzio.

Monia Lauroni