HOMEPAGE CULTURA Alatri nel medioevo: matrimoni, funerali, tutto fa spettacolo

Alatri nel medioevo: matrimoni, funerali, tutto fa spettacolo

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Fino all’Anno Mille, almeno ad Alatri, il matrimonio si svolse secondo l’uso longobardo. Successivamente gli antichi istituti romani ripresero il sopravvento: la dote ridivenne importantissima. Ancora nel X secolo era lo sposo che, secondo la tradizione germanica, la portava alla sposa. Il tutto veniva combinato dal padre di lei che stipulava un contratto col futuro genero, che donava al suocero una pelliccia di volpe e ne riceveva in cambio il mundio, il possesso della ragazza, considerata quasi un semplice oggetto. Nel X secolo il sacerdote aveva cominciato ad assistere al matrimonio che si celebrava sul sagrato dove lo sposo e il prete attendevano l’arrivo della sposa seguita da una vera e propria processione. Giunto il corteo, seguiva il rito fino al fatidico “sì”, con il quale la sposa prometteva di essere fedele e sottomessa al marito. Poi c’era la messa e il banchetto nuziale, allestito in chiesa, che durava fino a sera. Gli sposi, raggiunta finalmente la camera da letto, si spogliavano ed entravano nudi nell’alcova, nella quale, in teoria, non doveva succedere nulla, pena la scomunica per una legge chiamata “le tre notti di Tobia”. Ma nella realtà il matrimonio veniva regolarmente consumato. Nei castelli feudali di Alatri vigeva lo jus primae noctis che dava diritto al signore di fare l’amore con la sposa già la prima notte. Di questa prerogativa, barbara per la donna, godevano anche e soprattutto gli abati, titolari dei monasteri.

Nel Medioevo ad Alatri tutto era maestoso, spettacolare e pubblico, anche la morte. Al capezzale del morto si davano convegno praticamente tutti, pregando, cantando e recitando salmi sotto la guida del prete. Alla sepoltura ci pensavano i parenti perché i becchini non comparvero fino alla metà del Trecento, dopo la grande peste che nel 1348 decimò la popolazione europea.

Molto solenni erano le esequie tributate ai ricchi. Le donne si strappavano i capelli, laceravano le loro vesti gridando, alcune si gettavano a terra in preda a crisi isteriche. A volte nei funerali ci scappava anche il morto. Dopo le esequie si celebrava un banchetto che degenerava in gozzoviglia. Era davvero un altro mondo.

Patrizio Minnucci