HOMEPAGE CRONACA QUALITÀ DELL’ARIA, FROSINONE TRA LE PROVINCE PEGGIORI IN ITALIA

QUALITÀ DELL’ARIA, FROSINONE TRA LE PROVINCE PEGGIORI IN ITALIA

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Nel mese di gennaio 2023 è stata resa nota la valutazione preliminare di Arpa Lazio sul monitoraggio della qualità dell’aria durante l’anno 2022. Facendo riferimento ai limiti di legge previsti dal Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n° 155 (D.lgs. n. 155/2010), la valutazione preliminare riporta i risultati derivanti dalla rete automatica di monitoraggio per la qualità dell’aria del Lazio grazie a 55 stazioni fisse di misura.

Ma quali sono i valori limiti per la protezione della salute umana previsti dal D.lsg. n. 155/2010? Come riporta la valutazione preliminare dell’Arpa Lazio, prima di rispondere è d’obbligo premettere che: “Il D.lgs. 155/2010 prevede che dal 01/01/2020 il limite normativo venga rivalutato e stabilito con successivo decreto ai sensi dell’articolo 22, comma 6. Ma il nuovo decreto non stato ancora emanato”.

I limiti normativi ancora vigenti sono, quindi, i seguenti:

L’SO2 (Biossido di zolfo), che si forma nel processo di combustione per ossidazione dello zolfo presente nei combustibili solidi e liquidi ha il valore stabilito di 125 µg/m3 in 24 ore con un numero di superamenti consentiti pari a 3 e di 350 µg/m3 in 1 ora con un numero di superamenti consentiti pari a 24.

L’ NO2 (Biossido di azoto), invece, è l’inquinante che si forma principalmente nei processi di combustione di centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico, ma anche nei processi produttivi dell’acido nitrico e dei fertilizzanti azotati, ecc. In questo caso il limite massimo in un anno è pari ad una media di 40 µg/m3 e a 200 µg/m3 in un’ora. Il numero di superamento consentito in relazione al periodo di mediazione di un’ora è pari a 18.

Il PM10 (Polveri fini), poi, deriva sia da fonti naturali come ad esempio gli incendi, l’attività vulcanica, le polveri della terra o del sale marino alzati dal vento, il polline o l’erosione delle rocce, ma anche da fonti antropiche come il traffico veicolare, l’uso di combustibili solidi per il riscaldamento, i residui del manto stradale, dei freni e delle gomme delle vetture e dall’attività industriale. Il limite giornaliero delle polveri fini è di 50 µg/m3 e non può essere superato per più di 35 giorni l’anno. Ciò comporta un limite annuale con media di 40 µg/m³.

Il PM2,5 (Polveri fini dal diametro inferiore a 2,5 µm) che deriva dalle stesse attività dell’inquinante precedente, inoltre, ha un limite annuale dalla media di 25 µg/m3.

Il CO (Monossido di carbonio), quello riconducibile ai gas di scarico dei veicoli, agli impianti di riscaldamento e ad alcuni processi industriali come ad esempio la produzione di acciaio, ghisa e raffinazione petrolifera, ha un limite di 10 mg/m3 su una media massima di otto ore consecutive.

L’O3 (Ozono), invece, si forma in maniera differente a seconda dell’ambiente in cui si genera. Quindi, nella stratosfera si forma dalla reazione dell’ossigeno con l’ossigeno nascente e nella troposfera si forma da composti organici volatici e ossidi di azoto. Questo inquinante ha un limite massimo medio di 120 µg/m3 su otto ore consecutive nell’anno e non può essere superato per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni.

Il Benzene, infine, è un idrocarburo che si presenta come un liquido volatile che si forma principalmente dai gasi di scarico dei veicoli alimentati a benzina e dalla produzione industriale di plastiche, resine, farmaci, collanti, inchiostri, adesivi, vernici e pesticidi. Il suo limite consentito è di 5 µg/m3 in un anno.

Nel 2022, le zone della Regione Lazio che hanno superato moltissime volte i limiti consentiti di PM10 e PM2,5 sono quasi tutte riconducibili alla provincia di Frosinone. Come riporta la valutazione preliminare: “In dettaglio, nella zona Valle del Sacco il numero di superamenti del limite giornaliero risulta superiore al valore consentito dalla norma nelle stazioni di Cassino (56 superamenti di PM10 e 26 superamenti di PM2,5), Ceccano (94 superamenti di PM10 ), Colleferro Europa (45 superamenti PM10 ), Ferentino (39 superamenti di PM10 ) e Frosinone Scalo (61 superamenti PM10 ). Nell’Agglomerato di Roma, è la stazione di Tiburtina ad aver registrato il superamento (36 superamenti PM10 )”.

Per quanto riguarda l’NO2 (Biossido di azoto), la criticità più alta riguarda principalmente l’agglomerato di Roma e nella Valle del Sacco la media annua più alta riguarda Cassino con 31 µg/m3. Gli altri dati allarmanti che riguardano la provincia sono, poi, quelli relativi al Benzene. Il valore massimo registrato, infatti, riguarda Frosinone Scalo nella zona della Valle del Sacco ed è di 2 µg/m3.

È possibile consultare la valutazione preliminare completa al seguente link: https://www.arpalazio.it/documents/20124/55931/Valutazione_Preliminare_QA_2022_rev3.pdf.

Elisa Rossi