HOMEPAGE CULTURA Lungimirante Alatri, si punta al ‘cineturismo’

Lungimirante Alatri, si punta al ‘cineturismo’

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Per fare turismo non basta disporre di una località ricca di storia e di bellezze naturalistiche. Perché, a guardar bene, bellezza, ambiente e arte non hanno valore di ‘marketing’  se non sono adeguatamente valorizzati, inseriti in itinerari che ne arricchiscano il senso, fatti oggetto di mète, perchè no, conosciuti tramite il  piccolo o grande schermo. Purtroppo è così:  non basta che una località sia bella e interessante dal punto di vista storico e artistico perché sia considerata ‘turistica’.  C’è bisogno di marketing territoriale, di applicare una serie di strategie e principi per sviluppare il grado di attrattività di un territorio, tenendo conto delle specifiche caratteristiche, fare leva sulla comunità e farla diventare il primo promotore del proprio territorio comunicando un’immagine e una percezione partecipata e vincente.

Risorse naturali, risorse umane, luoghi di interesse, scorci e storia, un’accurata  ricerca volta ad evidenziare pregi e punti di forza del territorio. Cose che ad Alatri non mancano di certo e allora perché non promuoverle e ‘comunicarle’ attraverso lo schermo? Secondo alcuni dati, oltre il 31% dei turisti internazionali hanno scelto almeno una volta per i loro viaggi una meta protagonista di un film. Non c’è da stupirsi, allora, che quello delle produzioni cinematografiche sia diventato, per chi si occupa di promozione del territorio, uno strumento d’oro.  Lo dimostra il fiorire di festival cinematografici anche piccoli e indipendenti e di film commission che hanno come obiettivo, appunto, attrarre produzioni cinematografiche.

Ed i nostri territori ‘la macchina da guerra’ ce l’hanno in casa. Parliamo della Fondazione Roma Lazio Film Commission, nata esattamente con lo scopo di incentivare le imprese italiane ed estere operanti nel settore cinematografico ed audiovisivo ad investire nella produzione di film nel territorio della Regione Lazio. Una costante attività di promozione della Città Eterna e degli innumerevoli borghi laziali caratterizzati da una infinita bellezza ed una millenaria storia. Occasione che non è sfuggita alla nuova amministrazione alatrense che giovedì scorso ha ospitato Cristiana Priarone, direttore generale della Fondazione Roma Lazio Film Commission, accompagnata dal tecnico Andrea Piantone. E’ stato il neo sindaco Maurizio Cianfrocca, che di Alatri ne conosce pregi e difetti, arterie, ossa  e capillari,  tanto da ricrearne splendide miniature, ad accompagnare i visitatori speciali nei luoghi più iconici e suggestivi della città.

Da Piazza Santa Maria Maggiore, sulla quale ha sorvolato un drone a catturarne la bellezza, alla ‘misteriosa’ Acropoli. Dalla Chiesa degli Scolopi al Giardino della Magnolia. Ogni punto è stato documentato e raccolto in immagini per presentare la faccia  migliore di  Alatri con tutte le sue riconosciute ed innumerevoli potenzialità. Potremmo parlare dell’ultima frontiera del marketing territoriale, ma se riavvolgiamo un po’ le ‘pellicole’  riaffiorano inevitabilmente alla mente il regista Carlo Vanzina e la Versilia, omaggiata in tutte le salse nelle numerose pellicole di straordinario successo degli anni Ottanta. Il mito della Versilia balneare che si colloca ancora tra le destinazioni più ambite.

Qualcosa di più recente? Soffermiamoci sull’ultimo kolossal cinematografico girato in parte nella città dei Sassi. The Passion di Mel Gibson, 2003. Il risultato è evidente ancor oggi: Matera ospita importanti festival letterari e cinematografici di rilievo internazionali, tanto che è stata designata quale Capitale della Cultura dall’UNESCO per il 2019. Che si tratti di Kolossal, di film minori o di  fiction televisiva, Camilleri, o meglio Montalbano docet, lo schermo se vuole fa miracoli. Naturalmente i risultati prodotti dal cineturismo sono evidenti a medio-lungo termine in termini di arrivi e propensione al consumo, ma di sicuro l’indotto prodotto da questa nuova tipologia di ‘pubblicità turistica’  porta benefici all’intera comunità ed economia locali. Intanto la prima pietra è stata posata. Anzi, meglio dire fotografata, documentata, ammirata, raccontata.

E quando le azioni compiute sono ricche di uno sguardo aperto, il buono arriva, celebrando nel modo più sorprendente i suoi capolavori. 

Monia Lauroni