Il Lazio sarà in zona rossa. Un ‘doppio salto’ dalla fascia gialla a quella più rigida. Le nuove restrizioni anti-Covid saranno valide dal 15 marzo al 6 aprile. Ad annunciarlo il Presidente Nicola Zingaretti. A tracciare il quadro, in peggioramento, è l’ultimo Report sull’andamento dell’epidemia redatto dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute che registra un’impennata dei casi Covid. Il Lazio ha un indice Rt a 1.31. Tutta l’Italia sarà inoltre in zona rossa per Pasqua. Il Cdm ha infatti varato il decreto Covid con la stretta e nuove regole e restrizioni per i cittadini. Le regole: Sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia e fascia 0-3, con le sole eccezioni delle persone disabili o con bisogni educativi speciali oltre che delle attività di laboratorio; Chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici; Sono sospese le attività di commercio al dettaglio, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e di prima necessità; Bar aperti fino alle 18:00 e ristoranti aperti fino alle 22:00 SOLO con servizio da asporto e domicilio; Restano le chiusure previste per i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi; Sono chiusi i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari; Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie; Permane la sospensione dell’attività in presenza nelle Università; Solo una persona per nucleo famigliare negli esercizi commerciali (salvo minori); Non sono consentiti gli spostamenti verso le abitazioni private abitate ubicate nel territorio della Regione, fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate e gravi situazioni di necessità; Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si possono svolgere, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo con le rispettive confessioni; Non è consentito l’utilizzo delle aree attrezzate per gioco e sport; Per le festività pasquali, dal 3 al 5 aprile, vietati gli spostamenti anche all’interno del proprio Comune, se non per comprovate esigenze lavorative o motivi di salute.
Monia Lauroni
