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Calcio – Frosinone, Stirpe su Grosso: “Mi ha detto che non se la sentiva di proseguire con noi e ne prendo atto”

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Il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe ha parlato in conferenza stampa in vista della nuova stagione in Serie A. Questi alcuni stralci importanti: “Bisogna partire dai fatti storici, oggi sono venti anni che ho assunto la guida del Frosinone Calcio. Dividiamo questo periodo in due fasi, che hanno una scansione ben distinta. I primi dieci, gli anni della nascita, dove non c’era assolutamente nulla a Frosinone se non il nome e la tradizione. Siamo partiti da zero, abbiamo fatto rapidamente un percorso che ci ha permesso di prendere confidenza con il concetto di stabilità nel mondo professionistico. Se non si fosse concretizzato il percorso che ci ha portato in pochi anni dalla C2 alla B, sarebbe stato probabilmente difficile farlo in seguito. Idealmente la prima fase si chiude con la retrocessione dalla B alla C1, quella appunto della nascita e del consolidamento. Era un percorso che ci poteva stare, visto da dove eravamo partiti e cosa avevamo raggiunto in un arco di tempo ristretto. Dopo la retrocessione abbiamo cambiato filosofia. Abbiamo fatto un primo anno di assestamento, per poi iniziare a sviluppare alcuni dei concetti che ci ritroviamo anche nelle ultime stagioni sportive. Abbiamo valorizzato il settore giovanile, vincendo due tornei e promuovendo allenatore e giocatori che venivano da lì. Mi ricordo lo scetticismo, non era sicuramente un percorso semplice, ma alla lunga si è rivelata un’intuizione corretta. Negli ultimi anni abbiamo fatto 4 promozioni, una finale e una semifinale playoff. Con Grosso, soprattutto dopo il primo anno, abbiamo rivisto un concetto che forse avevamo un po’ dimenticato: vincere giocando bene, e nell’ultima stagione abbiamo trovato continuità anche sotto questo punto di vista. L’ultimo anno si è rivelato la conclusione di un processo, tradotto poi in numeri, tra punti ottenuti e record raggiunti. Abbiamo dimostrato autorevolezza in tutte le fasi del campionato, e non c’è stata alcuna partita in cui siamo stati in grande ed evidente difficoltà. Onore e merito a chi ha costruito questa squadra e a chi ha saputo dirigerla. Fabio Grosso è stato artefice di questo successo, e anche i ragazzi hanno saputo interpretare questo ruolo alla perfezione, regalando una grande gioia a società e tifosi. E’ importante il concetto che anche nella scorsa stagione ho detto spesso: il risultato conta, ma oggi per me è più importante il modo in cui questo viene raggiunto. Oltre ai numeri, bisogna sottolineare che questo risultato è arrivato mentre la società stava attraversando un processo di profondo risanamento. Per noi era importante raggiungere la salvezza tranquilla, non era preventivabile la promozione, ma ora ci teniamo questo risultato perché ha accelerato il processo di risanamento dei conti. Ribadisco un ringraziamento generale, anche ai miei collaboratori, perché dietro a questi successi ci sono tante persone meno note ai più. Si chiudono, con questa stagione, altri 10 anni di un processo importante. Non faremo l’errore commesso dopo la seconda promozione, dove non abbiamo tenuto in considerazione il “come” si raggiungessero i risultati. Abbiamo avuto anni difficili a livello economico, culminati con le vicende legate al covid. Sono stati anni duri anche per gli addetti ai lavori, da cui dobbiamo trarre spunto per evitare di ripetere gli stessi errori.

Cosa pensa dell’addio di Fabio Grosso?
“La sera del 20 maggio, quando è stata consegnata la cittadinanza onoraria alla squadra, ho invitato a cena Angelozzi, Doronzo, Grosso e il suo vice, per iniziare a fare alcuni ragionamenti. Lascio sempre liberi i miei collaboratori di decidere, a prescindere dall’esistenza dei contratti. A chi aveva un contratto ho spiegato i programmi della società, chiedendo di rimanere soltanto in caso di piena convinzione. Ho chiesto una risposta entro la fine della prima settimana di giugno, in modo da pianificare la stagione senza affanni. Il primo di giugno ho ricordato che il tempo stava per finire. Guido Angelozzi e Doronzo mi hanno risposto anche prima del termine del 9 giugno, decidendo di proseguire la loro esperienza professionale con noi, fatto di cui sono molto contento. Angelozzi è la persona con cui ho iniziato questo percorso 20 anni fa, per motivi diversi non abbiamo avuto la possibilità di lavorare assieme nel corso degli anni, ma quando è stato possibile ho avuto estremo piacere nel farlo e i risultati sono arrivati. L’allenatore, invece, non ha risposto entro il 9, ma il 14 sera mi ha inviato un SMS molto cortese, garbato, in cui ha ripercorso la bella esperienza che abbiamo avuto in questi anni. Mi ha comunicato, però, di non sentirsi pronto a continuare il rapporto da allenatore, senza approfondire sui motivi che, tra l’altro, non voglio nemmeno sapere. Di lui dobbiamo ricordare i risultati raggiunti e la valorizzazione di tanti giocatori, che nessuno ha mai fatto in questo modo nella storia del Frosinone. Avrà avuto le sue ragioni per questa decisione, non c’è alcun elemento di polemica o di recriminazione. Bisogna accettare le decisioni di ognuno e ringraziare per il lavoro svolto, a maggior ragione quando le scelte personali sopraggiungono in un momento in cui le cose vanno bene. Fabio Grosso ci ha fatto arrivare prima ad un risultato che avevamo pronosticato tra uno, due anni. Ora si volta pagina e si guarda avanti senza polemica. Non cambia molto averlo saputo con qualche giorno di ritardo, a noi basta sapere che prima della stagione sportiva avremo un nuovo l’allenatore che sarà funzionale alla nostra idea di calcio e che possa proseguire quel percorso col 4-3-3 che stiamo portando avanti in questi ultimi anni valorizzando anche i giovani”.

Obiettivi stagionali?

L’obiettivo principale sarà mantenere la categoria con delle risorse sostenibili senza fare gli errori del passato. Se poi alla fine non ci salveremo non dovrà essere un dramma. Quello che il Frosinone investirà lo farà sulle infrastrutture per poter creare sempre di più una società solida e che possa durare nel tempo nel calcio professionistico.

Tifosi e Abbonamenti?

Io mi aspetto che i tifosi possano riempire lo stadio già con gli abbonamenti perchè penso che ce lo meritiamo per il percorso che stiamo facendo. In più mi aspetto tanto anche dagli sponsor che vorranno darci una mano.

Articolo dell’inviato Massimo Papitto