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Alatri – Fumata nera per la riapertura del reparto di Pediatria al San Benedetto

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Ancora una volta smentita la riapertura del 18 Agosto per la Pediatria di Alatri, rimandata a voce di un paio di giorni e poi in una nota fino al 28. Inizia così una nota del Comitato per la salvaguardia del San Benedetto. “Stavolta però la responsabilità si divide fra Dirigenti e Pediatri dello Spaziani, che dopo aver istigato la chiusura del S Benedetto con 3 malattie ed una aspettativa contemporanee, continuano nella slealtà, aggiungendo ferie non concordare e permessi 104 consecutivi!!! La fusione è partita con il piede sbagliato affermano dal Comitato, come al solito, lo spezzatino è il piatto unico “che passa la ASL”.

Eppure ad Alatri sono stati leali ed hanno espletato 59 turni notturni contro 13 dei Frusinati. Il responsabile di Patologia neonatale a Frosinone ha prolungato 3 volte la malattia ed è addirittura irreperibile telefonicamente!! Certo che la DS avrà qualche responsabilità sulle ferie sovrapposte o sulle “epidemie di gruppo”. Attualmente oltre alle ferie hanno inserito permessi 104 consecutivi!! Tropo facile usare il buon senso, con la Pediatria ad Alatri, dove sono disponibili 12 posti letto contro 8 a Frosinone. La Patologia neonatale resterebbe a Frosinone dove magari riusciranno a gestirla in 9 Pediatri!!. Ma il buon senso sarebbe una novità se solo pensiamo a tutti i “provvedimenti spezzatino” come i centralini integrati (proibitivo farvi passare un’interno), migrazione della lavorazione sangue a Roma, i centri prelievi e le emoteche centralizzate, la riduzione del 90% dello screening mammografico, la trasformazione quasi ambulatoriale del reparto Orl a Frosinone.

Pronto Soccorso in continua emergenza col peggioramento dei tempi d’attesa in tutti i presidi. Non dimentichiamo nemmeno i reparti accorpati come gli 80 pazienti a Cassino, con difficoltà a somministrare le terapie giornaliere. Per l’esattezza dobbiamo rilevare anche qualche novità, come un reparto infermieristico dichiarato illegittimo dal Tar, case della salute assolutamente inadeguate alle criticità. REMS che a Roma non voleva nessuno, alcuni servizi a bassa intensità di cura e reparti fantasma come il centro di neurologia anti ictus, sempre sbandierato ma ancora sulla carta. A Frosinone, alla povertà di servizi si associa un cocktail micidiale fra disorganizzazione e litigiosità interna, su cui molto avrebbe potuto fare una Dirigenza del territorio che avrebbe tentato un salvataggio piuttosto che il dirottamento sanitario su Tor Vergata”.