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Veroli, Venerdì 10 settembre Chiavone torna a Veroli, presentazione del romanzo ‘Brigante e Generale’ di Armando Frusone

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 “Memmo” per gli amici intimi,  “Chiavone” per la  gente di paese. Luigi Alonzi il suo nome di battesimo. Chi era in realtà Chiavone? Nel periodo che decretò il tramonto del Regno delle Due Sicilie di certo rappresentò una vera e propria leggenda. Di lui Marc Monnier scrisse che non era malvagio, anche se speculava sul re che serviva; niente che del resto qualsiasi altro ‘brigante’ non avrebbe fatto. Sappiamo tutti delle sue capacità in tecniche di guerriglia, conosciamo tutti, a detta di popolo, le sue notevoli doti amatorie e che fra il 1860 e il 1862 divenne uno dei principali capi banditi dell’Italia meridionale, operando principalmente in Terra di Lavoro.

Ma in questo quadro manca qualcosa: manca l’uomo. Qui entra in gioco la genialità del prof Armando Frusone che attingendo scrupolosamente a fonti storiche ha tirato fuori una figura  “romanzesca” del “Brigante e generale” Chiavone. Perchè ‘Brigante e Generale’ è prima di tutto un romanzo. Ogni storico che si rispetti è oggi in grado di tracciare in maniera ‘didascalicamente’ storica, opere ed omissioni di personaggi che hanno fatto la storia, ma estrapolare la parte umana e romanzarla è tutt’altra cosa. Con ‘Brigante e generale’ siamo di fronte ad un vero gioiello di originalità tra lo storico e l’immaginario. Frusone ‘enuclea’ l’uomo dalla storia che non è più asettica narrazione di fatti ma una storia che traccia il vissuto di Chiavone, Chiavone uomo appunto, che di quella storia dell’epoca ne subisce le controversie, ne è protagonista e spettatore, ne asseconda le curve e la vive in prima persona con un corpo e un’anima.

Chiavone e Veroli, quella parte di Veroli che da Case Cocchi, dove si recava per gli approvvigionamenti, fino alle vette dei monti Pedicinetto e Pedicino, dove era solito accamparsi per sfuggire alle milizie piemontesi. E poi Scifelli dove ancora oggi è visibile un rudere detto “Stiro Chiavone”, in cui il ‘brigante e generale’ soggiornò durante la campagna reazionaria e, come narra la memoria popolare, con i suoi fedelissimi, allietava le giornate in compagnia di donne del posto.

Domani, venerdì 10 settembre Chiavone ‘tornerà a Veroli’ percorrendo quei sentieri com’erano allora, descritti mirabilmente nel romanzo, tornerà a Veroli per raccontarsi oltre quello specchio che ha riflesso per troppe volte solo un viso oscurato da un voluminoso e pittoresco cappello di feltro nero con una piuma bianca. E lo farà attraverso le pagine e le parole di due figure che sono memoria storica eruditissima della nostra terra di Ciociaria: il prof Armando Frusone, autore del romanzo ed il prof Giuseppe D’Onorio che illustrerà insieme all’autore tutte le sfumature nascoste dell’interessante e coinvolgente romanzo che si andrà a presentare. 

Appuntamento alle ore 18.00 presso il Chiostro di Sant’Agostino.

Monia Lauroni