Perchè far praticare il minirugby al proprio figlio? Nicola De Cilia, critico letterario e insegnante, nel libro “Pedagogia della palla ovale. Un viaggio nell’Italia del rugby” individua 10 motivi principali: 1) La dimensione del gruppo (13 giocatori e 3-6 in panchina) con il massimo coinvolgimento di tutti i ragazzi (bravi e meno bravi); 2) Rispetto verso tutti, a partire dall’arbitro; 3) Nella fase “propaganda” fino a 12 anni si gioca senza porte, senza mischie, senza ‘toche’ (rimesse laterali), maschi e femmine insieme e soprattutto si insegna a correre, saltare, rotolare, cioè funzionalità utili in tutte le discipline sportive; 4) Vincere significa giocare bene e non vincere; 5) L’allenatore è un modello di vita; 6) Priorità assoluta è educare i genitori che non devono aspettarsi dal figlio per forza un campione; 7) Il rugby fa bene ai bambini difficili e si dà loro un’opportunità in più attraverso un percorso di crescita ed educazione; E’ uno sport rivolto anche alle ragazze che fino a 12 anni giocano insieme ai maschi; 9) Nel terzo tempo si fa festa e si mangia insieme senza vincitori e vinti; 10) Non è pericoloso perché nel minirugby le manovre rischiose sono vietate. Si tratta quindi di un’attività importante nella fase di crescita di ogni bambino e vale la pena adoperarsi perché diventi realtà nel nostro territorio. Ovviamente tale obiettivo prevede dei costi e, a tal fine, è stata creata una campagna su GoFoundMe, una piattaforma online, dove tutti potranno offrire il loro contributo con una donazione minima di 10 euro. Il ‘Veroli Angels Minirugby’ è alla ricerca di giovani e meno giovani del territorio, interessati al rugby e allo sport in generale, pronti ad offrire la loro disponibilità in termini di tempo, perché l’associazione diventi una realtà importante per Veroli e coinvolga anche le zone limitrofe”.
M.L.