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A Veroli nasce ‘Crystal’, l’arte in galleria. La doppia sfida di Achille Reali

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Reali, appassionato d’arte, inaugura a Veroli un nuovo concetto di “pinacoteca”, supera l’austerità della galleria e punta a creare dei veri spot itineranti della bellezza. Quando l’arte può arrivare a dire cose che neppure sapeva, come neppure le cose sapevano di essere. 

Veroli e la sua memoria storica. Veroli e la sua contemporaneità. Due facce che passano per la stessa cruna attraverso la brillante idea di un verolano, Achille Reali. Una sala d’Arte contemporanea nel centro storico, dove l’armonia degli spazi architettonici intorno, quasi fossero scenografie, si scontrano con le rappresentazioni espressive dell’arte contemporanea. Parliamo di  “Daimon” e “Psycroma”, mostre di arte  contemporanea organizzate dalla galleria  Crystal. Un approdo per artisti erranti, una locanda in cui sostare e poi riprendere il cammino. Artisti contrapposti che espongono uno di fronte l’altro.  La forza del disegno, gli spazi scenografici, un colore a volte nitido a volte sporco che ricorda la terra, il mare, il fuoco, i volti, i segni,  i personaggi senza tempo e riapre le porte a luoghi chiusi senza onore.  Emblemi dell’arte contemporanea e della stratificazione culturale che la precede, si susseguono e si inseguono, convergono, si amalgamo, contrastano e coalizzano. E fanno rivivere Veroli in un gioco di specchi che confonde e illude. E’ la forza dell’Arte, la forza delle idee di chi ha saputo creare qualcosa di nuovo, di moderno ed allo stesso tempo primordiale e fedele. L’arte contemporanea è un dialogo con il fruitore, è attrazione per il turista, è sensibilità per il cittadino. Ma cosa rappresenta ‘Crystal’ per il suo ideatore Achille Reali? Lo abbiamo chiesto a lui.

 Perchè Crystal e perché proprio a Veroli? Crystal è un progetto. Un progetto di realizzare una sala d’arte, perché definirla galleria sarebbe decisamente troppo sontuoso, in cui far esporre prevalentemente giovani artisti. Perché sia nata a Veroli è molto semplice: qui ho il mio locale. Uno spazio che ho ereditato e che molto probabilmente una volta era una specie di ingresso per gli antichi cocchi dei signori che nel sedicesimo o diciassettesimo secolo rientravano al palazzo a cui appartiene. Nel 2018 ho deciso di ristrutturarlo, ma senza uno scopo ben definito, eppure man mano che i lavori procedevano prendeva automaticamente forma un posto in cui esporre qualcosa. A me piace l’arte contemporanea, sono un amatore, mi dà soddisfazione farne parte e così la domanda: perché non farne una piccola galleria? La risposta è diventata Crystal”.

 Chi sono oggi i fruitori delle sale d’arte?  Parlando asetticamente di numeri statistici, sono: donne, di circa 35 anni, laureate, colte ed economicamente indipendenti. Ma forse dovremmo provare a cambiare prospettiva: in un piccolo centro di provincia chi vuole assistere ad una collettiva o ad una serie di esposizioni? Allora ecco che la realtà proporrebbe un pubblico di cultura medio-alta, che economicamente sta cominciando ad avere la propria indipendenza, e con un certo senso dell’esteticamente bello e condivisibile. In una parola: millennials. Ci sono studi che hanno accertato che in futuro l’arte non sarà solo un bene rifugio per investimenti, ma anche una ‘tana’ in cui rinchiudersi piacevolmente per godere della bellezza e di ciò che piace. Questo lo sanno già bene i collezionisti esperti, che mi auguro di ospitare sempre più spesso e numerosi alle mostre che proporrò in Crystal”.

 Gli artisti che espongono sono sia giovani in cerca di meritata notorietà sia artisti già stimati. Come avviene la scelta? Quanto per lei nell’esposizione è importante il contrasto di stili? “ La scelta avviene solo in base al mio gusto. Sono un appassionato e propongo opere, in base all’istinto, che si bilancino, che contrastino e che facciano riflettere”.

 E l’idea di questa rotazione? La rotazione è figlia della necessità di poter presentare diverse proposte, durante il periodo estivo. Crystal non è una galleria in cui poter allestire una mostra lunga un mese, e Veroli non ha il ricambio turistico delle grandi città. Vedere una mostra spesso si abbina al mangiare fuori casa nel weekend, nel prendere un gelato la domenica pomeriggio passeggiando in uno di più bei centri storico dell’Italia centrale. Motivi prevalentemente di turismo e tempo libero. Poter offrire un ricambio rapido, significa poter attrarre più persone, facendo prima di tutto gli interessi degli artisti”.

Dalle prime giornate possiamo già parlare di ‘successo’. Molti i visitatori e i rumors positivi. Veroli indubbiamente ne trae vantaggio. Cosa significa per lei visitare una galleria? Prima di tutto significa piacere di vedere arte e conoscere nuovi artisti. Sto imparando che chi crea arte ha l’amaro compito di far materializzare sentimenti; per questo un’opera, una volta che ci colpisce e ci entra dentro, non ne esce più”.

Le gallerie o sale d’arte sono non solo luoghi di vendita, ma anche spazi che hanno favorito la sperimentazione artistica e la scoperta di nuovi artisti, nonché luoghi di scambio e di progettazione. Che cos’è oggi una galleria d’arte? Cos’è Daimon? “ Una galleria è un campo di allenamento. Lì gli artisti, soprattutto quelli giovani, prendono le misure del proprio lavoro e del proprio futuro, giocando contro quello che pensano essere inizialmente un avversario, ma capiranno ben presto essere il loro vero coach: il pubblico. Daimon è una voce che, rubando ed adattando le parole che Platone scrisse in Apologia di Socrate, l’artista ‘sino da fanciullo sente dentro’. Di Daimon vorrei farne un appuntamento fisso in cui ospitare giovani studenti degli ultimi anni delle Accademie di Belle Arti frusinate, romana, di dovunque, che possano proporre i propri lavori e cominciare ad avere un riscontro di critica. Per partecipare dovranno avere pochi requisiti: buttarsi e voler fare davvero questo lavoro nella loro vita. E dopo Daimon, c’è Psycroma ovvero la rassegna di esposizioni e mostre con protagonisti artisti più esperti, già sulla breccia da più tempo. Ecco, Psycroma dovrebbe diventare la naturale destinazione dei giovani una volta spiccato il volo”.

Ci dica, sinceramente, qual è la sua ‘sfida’. Incrementare un pubblico che ha difficoltà a prender parte alla vita artistica o incrementare con l’arte il centro storico verolano?  “ Non ho dubbi: sicuramente la prima opzione. Crystal deve diventare un posto dove poter mostrare arte. Esordienti o navigati che siano, gli artisti e le loro opere devono essere i protagonisti principali della sala. L’aumento di presenze di visitatori a Veroli sarà automatico”.

Monia Lauroni