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Veroli, “Di Luci – Di Forme – Di Corpi”, Fabiana Calicchia e Claudia Sigismondi in mostra nella sala d’arte Crystal. Curatrice Vanessa Viti

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Due donne a confronto. Quando l’arte si declina al femminile e quelle donne catturate in punta di pennello mostrano ciascuna le loro schiene. Sensuali, vulnerabili, malinconiche, cupe o sgargianti. Donne. Tanti mondi in una sola creatura, tante creature di uno stesso mondo.

Sarà inaugurata sabato 10 luglio alle 18,00 la mostra di Fabiana Calicchia e Claudia Sigismondi dal titolo , presso la sala d’arte Crystal in via Casalunga a Veroli. Le due artiste presenteranno opere realizzate con tecnica calcografica la prima, e di acquerello la seconda. E sarà ancora una donna a curare l’allestimento della mostra: Vanessa Viti, già curatrice presso il M.A.D.S. a Milano. Tre donne, sotto diverse forme artistiche, professionali e concettuali, a raccontare il nudo della vita al femminile. 

Sarà l’occasione per poter ammirare due mondi di opere che rappresentano donne contrastanti, ma complementari; dai toni cupi e introspettivi, ma anche solari e luminosi. Corpi che raccontano la leggerezza e la sensualità con colori morbidi e a volte caldi quelli di Sigismondi, oppure che parlano di sofferenza e ricerca interiore quelli di Calicchia. Un’esposizione in cui sensazioni e punti di vista si bilanciano integrandosi perfettamente, regalando allo spettatore sia spunti di riflessione, che momenti di evasione.

Claudia Sigismondi, classe 1981, si è laureata all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone e dopo aver spaziato tra pittura, scultura e fotografia, è arrivata all’acquerello che lei stessa definisce “contemporaneo”, ovvero una modalità espressiva che le consenta con una sola pennellata di passare oltre il visibile senza soffermarsi troppo su di esso. “L’immagine corporea non è l’immagine”, è la sintesi della sua arte con la quale punta a liberare il corpo dall’involucro.

Anche Fabiana Calicchia, nata nel 1993 ad Arpino ma verolana a tutti gli effetti, ha conseguito la laurea  all’Accademia frusinate, ricevendo nel 2019 dallo stesso istituto la qualifica di “cultore della materia di Tecniche dell’Incisione”. Nel suo mondo fatto di luci ed ombre, di corpi senza volti ma carichi di espressività, c’è la ricerca di rappresentazioni che vivono in uno spazio fatto di immagini dense, rischiarate improvvisamente da intensi colpi di luce. Il tutto grazie al monotipo che, come spiega la stessa l’artista, “è un mezzo ibrido a cavallo tra stampa e pittura”.

Donne ‘raccontate’ da donne, ordine nel caos, arte nell’arte, un valore che tende ad aggregare il mondo al femminile mentre tutto intorno si disgrega. 

M.L.