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Venerdì 16 aprile la Compagnia ‘Teatro dell’Appeso’ presenta “Voci da una stanza”, lettura poetica a due voci

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 Da quando viviamo reclusi a causa del Covid, quando sei costretto ad esplorare ogni angolo della casa, apri porte che prima non avresti mai considerato. E ogni stanza appare infinita. Anche i sogni si svolgono tutti in casa. Stanze immaginarie, popolate da persone distanti. Assenti. Distratte. E’ una deriva onirica rispettosa dei DPCM. Non c’è nessun vaccino per la malattia silenziosa che ci assale. O forse sì e si chiama ‘poesia’. Da questo bisogno nasce “Voci da una stanza”, lettura poetica a due voci con Amedeo di Sora e Alessandro Moscè con la collaborazione tecnica di Andrea Di Palma. Se sterilizzare il corpo può essere una necessità di questa maledetta stagione, anestetizzare la mente ed i sentimenti è un delitto. Sempre. Soprattutto quando la realtà è così complessa da comprendere. Ormai non è più nemmeno una questione sentimentale, ma di sopravvivenza. La deriva disumanizzante a cui stiamo assistendo impotenti, arresi all’ineluttabilità dell’emergenza, ha bisogno di una medicina. Sì, c’è da tutelare la salute, ma non c’è cura se al centro non si rimette l’anima come un priordiale segnale di vita. “Voci da una stanza” diventa così una scossa dalle macerie, quando la sera ci accoglie in un abbraccio effimero di paure, ansie, desideri e ricordi. Chi nella grazia del sonno, chi trafitto dalla veglia, restiamo inermi di fronte al destino che si compie, ai vuoti da colmare e alle speranze che indicano la strada verso il mattino. Strade fatte di muri e occhi persi che guardano altrove nell’inquietudine della vita che si reclama e si accende nella parte più recondita del cuore. Una serata di letture poetiche per dare voce alle nostre intimità. Dobbiamo solo salire su questa barca capovolta e iniziare a navigare fin dove è possibile e oltre. Consumare ogni onda, respirare ogni brezza. Cercare parole complici con la fame del digiuno. Sentire addosso i versi come un cappotto d’estate. Venerdì 16 aprile, ore 17.30 in streaming sulla pagina de Il Teatro dell’Appeso: “Voci da una stanza”, l’inquietudine della vita che si reclama nell’attesa che ogni cosa si disgeli. Forse non lo sappiamo, ma di poesia ne abbiamo tutti necessità. In questo tempo confuso si celebrano giornate dedicate alle parole, ma mai veramente si stringe la mano a quelle persone che di quelle parole sono la carne viva: grazie agli ideatori e protagonisti dell’iniziativa.

Monia Lauroni