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Vaccini, Locatelli: “Astrazeneca raccomandato solo per gli over 60. Nessuno stop per la seconda dose”

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L’uso del vaccino AstraZeneca è raccomandato sopra i 60 anni, ma non vietato negli under 60. L’Italia raccomanda il siero del vaccino anglo-svedese solo per chi ha più di 60 anni, sebbene non ci siano elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose per quanti avessero già avuto la prima. A chiarire la posizione dell’Italia è stato Franco Locatelli durante la conferenza stampa al termine del vertice in serata tra governo e Regioni. La decisione è arrivata dopo il responso dell’Ema che ha parlato di un “possibile nesso tra questo vaccino e rare forme di trombosi”.

“Limitandoci a Germania, Spagna e Francia, i primi due hanno di fatto sposato la linea di un uso preferenziale sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55 anni di età. Con l’obiettivo di mettere in sicurezza la popolazione più a rischio, cioè sopra i 60 anni di età, la posizione decisa dal ministro dopo un confronto che ha coinvolto anche figure istituzionali è stato di raccomandare un uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni di età”, ha spiegato il presidente del Css, Franco Locatelli, durante la conferenza stampa. Prima parlando alle Regioni aveva aggiunto alcuni dettagli parlando di “trombosi a livello cerebrale e degli organi addominali e abbassamento della conta delle piastrine” come possibili, rari effetti collaterali del vaccino anglo-svedese. “Mentre l’altra volta non si era trovato un nesso di causalità – ha spiegato Locatelli – oggi è dichiarato plausibile anche se non dimostrato. È più frequente fino ai 60 anni di età, con complicanze più in soggetti donne e sotto i 60 anni. Solo dopo la prima somministrazione, nell’arco di due settimane. Ma sulla seconda i numeri sono ancora troppo bassi. Più difficile trarre conclusioni”. Resta comunque il fatto che “i vantaggi derivanti dalla vaccinazione” con il siero di AstraZeneca “superano di gran lunga i potenziali rischi, molto rari” e che il vaccino anglo-svedese “ha dimostrato un’efficacia compresa fra l’80 ed il 100 per cento nel prevenire sia l’ospedalizzazione che la morte nella popolazione anziana”.