Lo scorso 8 ottobre nella Piazza Mayer Ross di Sora si è tenuta la nona edizione di SORALLATTA, manifestazione promossa dall’Associazione ConTe in cui un Flash Mob di mamme dedite all’allattamento ha posto l’attenzione sul tema che ha avuto quest’anno la SAM (Settimana Mondiale dell’Allattamento): il rapporto tra il lavoro e, appunto, l’allattamento.
In tutto il mondo, infatti, su iniziativa dell’Alleanza mondiale per interventi a favore dell’allattamento (WABA – World Alliance for Breastfeeding Action), la prima settimana di ottobre è dedicata alla SAM.
In merito al tema di quest’anno, l’Associazione ConTe sui suoi canali social ha dichiarato come: “Le donne che allattano e lavorano (ma concedeteci di dire: le donne che hanno figli e lavorano) affrontano una serie di sfide uniche e complesse. Pensiamo alle donne dipendenti che hanno regole ferree a cui devono attenersi e a come il loro rientro al lavoro risulti quasi sempre troppo atroce per molte di loro. Ma parliamo anche delle lavoratrici autonome, le quali non vedono riconosciuto alcun diritto circa la tutela del loro allattamento e alle quali sono riconosciuti solo pochissimi diritti della loro maternità. Per non parlare di quelle donne che, per stare accanto ai loro bambini un lavoro lo hanno lasciato o non riescono a trovarlo. Loro non hanno proprio diritti”.
Di fatto, ricorda l’Associazione ConTe, non è normale che l’OMS, l’Unicef e lo stesso Ministero della Salute raccomandino l’allattamento fino ai due anni di età, mentre lo Stato offre un concedo fino al 12° anno di vita del bambino. E questo avviene “Per le più fortunate”, dichiara ConTe per poi continuare: “Non si tratta di allattare o no, ma si tratta di mettere in condizione le donne e gli uomini di accogliere i figli nella loro vita senza paura di scegliere se lavorare o no, se guadagnare il 30% dello stipendio o di spenderne la metà per cercare chi si occupi dei bambini o se, addirittura, restare a casa o lasciare che sia il partner ad usufruire del congedo”.
Ma non è tutto, perché – continua ConTe – “Nonostante gli studi dimostrino che un sostegno emotivo e pratico dei papà, partecipando alla cura dei figli e della casa, contribuisca al successo dell’allattamento, solo 115 Paesi su 185 censiti dall’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) offrono il congedo di paternità e nella maggior parte dei Paesi la copertura è esigua e la durata è scarsa. Invece, il congedo parentale che consente ai genitori di prendersi cura dei figli alla scadenza del congedo di maternità e paternità è una misura ancor meno diffusa e prevista in solo 68 Paesi”.
I dati indicati dall’Associazione ConTe provengono proprio dall’ultimo rapporto dell’OIL “Lavoro di cura – investire nelle politiche sui congedi e nei servizi di cura e assistenza per più eguaglianza di genere nel mondo del lavoro” che ha l’obiettivo di restituire una prospettiva su quelle che sono le leggi e le pratiche in materia di politiche di cura e assistenza, di protezione della maternità e paternità, ma anche sulla materia dei servizi assistenziali all’infanzia.
Qui il rapporto: https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/—europe/—ro-geneva/—ilo-rome/documents/publication/wcms_838823.pdf
Elisa Rossi