HOMEPAGE CULTURA Il riflesso postumo di luce di Daniele Arduini

Il riflesso postumo di luce di Daniele Arduini

908
CONDIVIDI

Casualmente e senza apparente motivo, a volte si entra brevemente in un fragile scorcio del tempo passato che sopravvive appeso a un’energia sottile. E così è. Si nasce senza motivo, inconsciamente si vive percorrendo traiettorie casuali, talvolta intercettando limpidissime luci per quei brevi frammenti di tempo che giungono improvvisi. E’ stato così per il rapper Daniele, Daniele Arduini, in arte Blind Laugh.

La morte è inevitabile anche se, quando muore una persona giovane, è difficile conciliarsi con questa determinazione. I bambini temono il buio perché non si vede nulla. A Daniele faceva paura la luce piena, perché vedeva tutto. E nella sua sensibilità Daniele vedeva ogni cosa e si sentiva a volte a disagio in questo mondo senza più anima. E quel disagio lo cantava, ritmato, rabbioso di speranza, profondissimo, non solo per ‘mestiere’, ma per talento e dote naturale. Per essere una persona che non c’è più, Daniele oggi è presente ovunque, al tavolo di un bar, seduto su una sedia vuota, nelle note, nell’aria a  narrare un lungo racconto di luce.

A distanza di oltre due anni, un ritrovamento casuale nella memoria di un PC. Una sua canzone completamente inedita, mai pubblicata. Forse è vero che ognuno di noi seguita ad esistere nei pensieri degli altri. E questo niente lo può cambiare. E Daniele non ha mai smesso di sorridere, respirare e cantare nei pensieri dei suoi amici con cui Daniele collaborava anche musicalmente, Alessandro ed Emanuele De Filippis Delfico e Alessandro Viselli, che di quel ritrovamento ne hanno fatto seconda vita. Curato il mixaggio della traccia, curata la copertina di questo nuovo pezzo, scelto il titolo “Ponti di luce parte 2”, come fosse un sequel, anche se scritto precedentemente all’ultima traccia pubblicata da Daniele intitolata “Ponti di luce parte 1”. 

Non si muore mai del tutto, specie se la tua anima continua a raccontare. E l’anima di Daniele era uno spazio sacro, al di là della paura, dell’inquietudine, in quella sua prateria infinita piena di pericoli e ancora strapiena di vita. È un superpotere essere vulnerabili. E Daniele lo era. E adesso è ancora qui, con la sua musica, dove sono possibili cose impossibili. Nascosta e silenziosa divampa ancora la sua  fiamma. A Daniele  non era la vita a far paura. Vederla dominare, prendersi gioco delle nostre scialuppe tremolanti, gli strappava persino un sorriso. Un sorriso che accompagna la consapevolezza della sua fragilità.  E poi arrivò un mattino, e con quel mattino una tela azzurra dipinta di luce e nuvole.

Trovare ed elaborare quella traccia è stato come ritrovare il suo animo profondo seminato in ogni angolo di questa terra. Raccoglierlo e rimetterlo al vento, in un circolo di profonda bellezza che resta nell’aria. Oggi, oltre il tempo, parla lui. “…Ho scoperto che dentro forse non sono vuoto,  voglio calore, piacere sui corpi nostri, nonostante quel sole non batta più, allora portami raggi di luna a i posteri, che ho avuto tempo addosso, che ho avuto caldo addosso, caldo finto per troppo tempo”. Il brano è ascoltabile su Youtube. C’è aspra bellezza in questa magnifica e commovente desolazione.

Buona ‘luce’ Daniele. 

 

Monia Lauroni