HOMEPAGE CULTURA Patrizio Minnucci e l’Alatri scomparsa di “Stadio K”

Patrizio Minnucci e l’Alatri scomparsa di “Stadio K”

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Patrizio Minnucci è uno scrittore di Alatri in odore di genialità, e sfido chiunque a dire il contrario. In tanti aspettiamo i suoi post sui social, sempre arguti e futuristici, per ridere e ma soprattutto meditare sugli anni che stiamo vivendo. Su Facebook Minnucci gestisce due pagine, una privata, l’altra pubblica, in qualità di autore. In quest’ultima descrive la sua attività come lettura e scrittura in pigiama, un vero e proprio manifesto letterario che sa di understatement, pacatezza, ironia e di un posto privilegiato da cui guardare il mondo.

Il suo ultimo libro, “Stadio K, Frammenti di vita in Alatri” è uno schizzo di provincia, “l’immagine della provincia con il suo assorto fluire del tempo”. E’ un ritratto della vita di una Alatri scomparsa ma con un respiro più amplio. Sono sicura che in questo affresco, sbiadito dal tempo, si possono riconoscere molti ex giovani di tante città italiane. Giulio, Cesare, Gise, Maria, Marinella, Miariam, Salvo, Marta, sono alcuni dei giovani tristi che popolano questa storia corale raccontata in prima persona dall’autore che, come suggerisce il disegno sulla copertina, si immagina immobile, spiaccicato su un masso delle mura ciclopiche con la cattedrale alle spalle, intento a guardare, ascoltare, sentire, annusare tutto quello che gli si presenta davanti… intento a mettere in campo tutti i sensi per capire la vita che passa. “Tenera è la notte” e tenera e dolce sembra quella vita ormai passata ad Alatri, ma la dolcezza contiene in sè il gusto amaro del decadimento e della fine. Il libro ha due grandi ispiratori, Alberto Minnucci e Don Giuseppe Capone: a loro l’omaggio del primo capitolo dove si rivelano anche nello stile, nel tono e nella tesi. Poi l’autore prende il largo e si allontana dalla tradizione per affrontare un percorso più esistenziale. Il quadro si compone delle esperienze tragiche di ciascuno dei protagonisti. Ognuno di loro portatore di una speranza, di un sogno, di un nodo esistenziale che non si scioglierà. Conflitti generazionali, aspirazioni ideali, nascondimenti nell’alcool, amori idealizzati, amori comprati. Vite che coinvolgeranno l’autore fino alla fine inevitabile.

Claudia Fantini