Marco Di Vossoli e la sua seconda fatica letteraria: per chi tiene la barra dritta sull’etica della letteratura di impegno e che scappa via dai retoricismi di maniera è un appuntamento atteso da tempo. Dopo i suoi appunti di viaggio sull’emigrazione italiana in Argentina, ‘Dal Lazio a Buenos Aires’, il giovane scrittore di Pontecorvo ha pubblicato ‘Dall’Andrea Doria alla Sea Watch 3 – Le onde del mare non fanno distinzioni’. Pubblicato ma non commercializzato, perché Di Vossoli e il lucro, in questa avventura editoriale come nella prima, sono di fatto un ossimoro, non vanno d’accordo. E non sarebbe potuto essere altrimenti, a scandagliare le tematiche che lo scrittore pontecorvese affronta da sempre. Usando il mare non solo come sfondo narrativo, ma anche come movente etico e come motore dei ricorsi storici, Di Vossoli affronta i temi dell’emigrazione, dell’integrazione e dell’inclusione, e lo fa con l’occhio privo di miopia e scomodo di chi mette perennemente a confronto le ondate di migrazione italiana con quelle che, a parti invertite e con l’Italia come meta, tanta buriana politica e mediatica stanno creando da qualche anno a questa parte. Ma c’è di più. Nelle sue disamine Di Vossoli usa il pensiero critico per studiare non tanto i crudi dati, quanto piuttosto l’involuzione dei sentimenti che, a questa inversione di rotta etica, si accompagna ormai da tempo. “Quando ci si confronta con gli altri occorre ricordarsi da dove si viene”. Da questo punto di vista l’identitarismo etnico a cui lo scrittore fa riferimento compie una magica alchimia e, da muro, si fa ponte, strumento per capire che, così come viaggiammo, soffrimmo e sperammo noi, anche oggi qualcun altro lo fa mosso dalle stesse aspirazioni e, soprattutto, scosso dagli stessi palpiti emotivi. Non è difficile da intuire la portata di una tesi del genere, ma per farlo, secondo Di Vossoli, servono due elementi costitutivi e fondamentali: da un lato la capacità di cogliere quanto il destino possa essere ‘beffardo’ con i popoli, assoggettati via via ad una ruota che li vede oggi ‘giudici’, ieri ‘imputati’ , dall’altro un battage cognitivo che vede nel viaggio l’unico vaccino contro l’intolleranza becera. Di Vossoli, che ha una laurea in Economia, un master in Relazioni Internazionali e soprattutto una curiosità innata e benevolmente devastante, ha viaggiato moltissimo, dall’Africa all’India fino al Sud America, e questo suo nomadismo militante ha permesso che la sua etica, e con essa i suoi scritti, prendessero l’ampio respiro che ogni azione di civiltà dovrebbe avere. C’è bisogno di confrontarsi per crescere, ma in ogni dimensione e latitudine. Anche nelle miserie, anche nei tratti di strada disastrata fatti di terra battuta, una terra rossa fine che ti entra dappertutto. Serve a tornare dove si è nati con una coscienza differente, con più rispetto verso cose e persone a cui normalmente non si presta attenzione; con un sentimento dell’umanità più rotondo e più caldo. Ed una sola fotografia che racconta della grande anima del mondo.
Monia Lauroni