Abbiamo già parlato della situazione molto precaria degli utenti del centro di salute mentale di Alatri, a cui erano stati tagliati i fondi per il “rinserimento lavorativo”, che avrebbe lasciato la maggioranza dei pazienti – spesso sprovvisti anche di quel poco di invalidità civile (280 euro circa) – senza questo fondamentale sostegno economico e terapeutico.
Il colpo di grazia è giunto con il decreto governativo del primo maggio che, con ulteriori tagli, ha condannato tutti i nostri amici a rimanere a casa. Gli operatori del CSM, già provati e disgustati, non sanno più a che santo votarsi e chiedono ad alta voce un segno di disponibilità per i loro pazienti a governo e regione. Appello che facciamo nostro.
Patrizio Minnucci