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Con HDUEO-ACQUA, la 33esima edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Alatri, è già un successo

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La cultura è un bene comune primario come l’acqua, …”.  Questa asserzione, del Direttore d’Orchestra Claudio Abbado, compendia in sé il soggetto, l’oggetto e il predicato insiti nell’accattivante mostra HDUEO-ACQUA. La collettiva, con la quale ha preso vita la  33esima edizione della Biennale d’Arte contemporanea di Alatri, è già un successo di critica e di pubblico. Una mostra che richiama una questione mondiale attualissima e delicata nella sua trattazione nonché dichiarata in molte sue coniugazioni, appunto quella dell’acqua. 

Tocca i tasti giusti di un tema che riecheggia e trasversalmente piega e tange l’elemento liquido vitale, esplicitato nel titolo. La rassegna artistica è allestita all’interno dello storico  chiostro di San Francesco in cui è possibile ammirare le opere realizzate con diverse tecniche, con svariati toni e colori dove ovviamente il blu nelle sue molteplici combinazioni e variazioni è prevalente, senza però mai rischiare di cadere nel banale.  La forza dell’offrire, attraverso l’arte, messaggi ecologici e sociali precisi e attuali è il punto di giunzione dei dodici artisti di fama internazionale, chiamati ad unire il valore sociale a quello artistico nel segno della sensibilizzazione, della creatività, della bellezza e dell’ambiente.

Gli artisti infatti raccontano l’acqua da differenti punti di vista e con vari linguaggi tra astrazione e figurazione. A volte colori accesi, a volte pastello o velati, comunque colori della fantasia o direttamente trasferiti dalla natura che lasciano immaginare forme e luoghi visti con la lente d’ingrandimento attraverso l’emozione e il sentimento di ogni singolo autore. Materia, forma e tecniche che si plasmano come l’acqua. Un nuoto diritto e rovescio che a volte fa traballare la sensibilità, a volte spiazza, a volte attrae come la prima volta che da bambini abbiamo immerso i piedi nella spuma delle onde del mare. Un mare che sa tingersi di rosso sangue, che capovolge le nostre zavorre impoverite di umanità. Ma anche un mare che ha la stessa pazienza dell’acqua che aspetta nei pozzi, la sinfonia delle fontane o la fantasia dell’ampolla attraverso la quale vediamo le cose diventare grandi.

Luci, suoni, metafore liquefatte in quel liquido amniotico che è ancora culla, sepolcro e vita. Come entrare in un porto. Il colore è il mare, e non c’è attracco, molo, spiaggia.  Opere risuonanti e negate, annegate. Senza nemmeno il  tentativo di rifondare una metafisica senza vapori, senza nemmeno il più elementare di essa, il corpo della stessa acqua. Un mare  senza oggetti galleggianti, pochi corpi, pochi inciampi, un immenso lago in cui mentre osserviamo siamo già affondati. Nell’ascoltare il tremendo suono della superficie su cui graffiano le opere, la testarda armonia che se ne trae: il reale cupo e leggero messaggio di vita da salvare. Lo stupore di bagnarsi le mani dove prima era siccità. 

La mostra, visitabile  fino al 9 gennaio 2022,  è curata da Luigi Fiorletta e Massimo Bignardi. Le opere presenti sono interventi installativi, dipinti, sculture, videoinstallazioni e fotografie nate dalla creatività e dal talento di Annalù, Peter Campus, Giulio De Mitri, Massimo Latte, Donato Marrocco, Franco Marrocco, Arturo Pagano, Marco Pellizzola, Fabrizio Plessi, Joan Punyet Miró, Nicola Salvatore e Valentina Vannicola con un ricordo di Paolo Rosa – Studio Azzurro. 

L’evento é promosso dal Comune di Alatri, Assessorato alla Cultura e dalla NEWART2000 Eventi & Comunicazione, con il sostegno della Regione Lazio – Lazio Crea, in collaborazione con il Museo FRaC Baronissi, la Cristin Tierney Gallery di New York e il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia.

Lieve e potente in questo spazio artistico permane l’impermanenza. Il ruscello che passa e non si cura della pietra, infine, è tutto ciò che resta. 

Monia Lauroni 


Foto: pagina social HDUEO Biennale d’Arte contemporanea Alatri