Fare ricorso. Su questo si interrogano i residenti della zona di viale America Latina per tentare di bloccare la procedura urbanistica finalizzata alla costruzione della moschea. Per ora, non essendoci alcun atto amministrativo ufficiale, l’idea sarebbe quella di annullare la compravendita dello scorso maggio. Grazie a questa l’associazione islamica, acquisendo un piccolo lembo di terra, confinante con il lotto a suo tempo già comprato, si è assicurata quei 2.000 metri quadrati, requisito minimo per avere l’ok a edificare un luogo di culto.
Chi è maggiormente preoccupato per la compravendita del pezzo di terra che eleva a 2.000 metri quadrati la proprietà dell’associazione islamica è chi abita nella lottizzazione che, senza quell’area si verrebbe a trovare al di sotto degli standard urbanistici minimi. E rischierebbe di dover pagare una multa. Ecco perché il dibattito si sta accendendo, anche per vedere chi è titolato a proporre un eventuale ricorso.
Il punto è che a maggio la vendita non è stata fatta tra la proprietà della lottizzazione e gli islamici, ma da terzi che hanno dichiarato di aver acquisito quell’area «per possesso ultraventennale pacifico ed ininterrotto», ovvero per usucapione.
Ma quell’area -protesta chi vive nella lottizzazione- essendo destinata a soddisfare gli standard urbanistici, non poteva essere venduta. Da qui l’idea di inviare una diffida a venditori e compratori. Se non altro per interrompere il termine della prescrizione che è di un anno. Ovvero se entro maggio 2020 quell’atto non si impugna, diverrà definitivo il passaggio di proprietà.
I residenti vorrebbero che a fare ricorso sia la proprietà della lottizzazione, ma se così non sarà sono pronti a farsi avanti in prima persona. Il punto è trovare un numero sufficiente di condomini in grado di sobbarcarsi le spese legali. E non sarà semplice.