Era destinato anche alla Ciociaria il pellet contraffatto e sequestrato dalla Guardia di Finanza di Treviso. L’operazione ha consentito di sequestrare 117 tonnellate di pellet contraffatto e denunciare 19 persone, tra titolari delle ditte coinvolte e trasportatori, per introduzione nello Stato di prodotti contraffatti, frode in commercio, apposizione di segni industriali mendaci e ricettazione.
Ad insospettire le Fiamme Gialle trevigiane sono state la genericità e in alcuni casi la totale assenza di documentazione di accompagnamento del prodotto, oltre alla carenza di informazioni sulle stesse confezioni del pellet. I successivi approfondimenti, svolti con l’ausilio dell’A.I.E.L. (Associazione Italiana Energie Agroforestali), che ha la propria sede operativa a Legnaro (PD), licenziataria del marchio ENplus per il territorio italiano, hanno permesso di accertare che il prodotto intercettato dai finanzieri recava un contrassegno di qualità falsificato o scaduto, e dunque doveva essere sottoposto a sequestro.
I requisiti di utilizzo del marchio ENplus, infatti, prevedono che il pellet commercializzato in sacchetti sia individuato per mezzo del logo di certificazione, del codice univoco identificativo dell’azienda certificata e dei riferimenti della medesima azienda; il layout del sacchetto, inoltre, deve rispondere a una serie di requisiti grafici.