HOMEPAGE CRONACA Frosinone – Delitto Agostinelli: il Pm ha chiesto 30 anni per Emiliano Frocione

Frosinone – Delitto Agostinelli: il Pm ha chiesto 30 anni per Emiliano Frocione

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( Fonte L’Inchiesta Quotidiano a firma di Luca Claretti )

Il Pubblico Ministero ha chiesto  una condanna pari al massimo della pena, ovvero trent’anni, ritenendo che l’imputato abbia compiuto l’omicidio con volontà risoluta.


 

Ieri mattina, nell’aula GUP del Tribunale di Frosinone, si è svolta l’udienza del processo per l’omicidio di Alessandra Agostinelli. Il 9 settembre 2014 ad Alatri, avvenne la tragedia che scosse l’intero paese e segnò la fine di una vita, quella della splendida e giovane mamma. Nel tardo pomeriggio di quell’apparente giornata tranquilla, nella villa di Valle Cicogna alla periferia di Alatri, ebbe luogo una colluttazione tra la stessa Alessandra Agostinelli, 34enne di Genzano, e suo marito Emiliano Frocione, 37enne di Alatri, che si concluse con il femminicidio.

L’amore dal quale erano nati due bambini, uno di 8 anni e uno di 16, forse non era più lo stesso di un tempo; fu questa la prima ipotesi che gli investigatori seguirono nel tentativo di ricostruire quanto accaduto. Nel corso degli anni, ci sono state varie evoluzioni nel caso, nessuna delle quali ha portato a stabilire con precisione le dinamiche del delitto. L’omicidio di Alessandra Agostinelli, è tornato nelle aule del Tribunale di Frosinone ieri mattina, quando il Pubblico Ministero ha ripercorso la vicenda nella sua requisitoria.

«Il P.M. Rita Caracuzzo ha chiesto il massimo della pena, ovvero 30 anni, ritenendo che l’imputato abbia compiuto il fatto con risolutezza e ferocia. Discuteremo nella prossima udienza ed il giudice deciderà definitivamente il prossimo 29 giugno» dichiara Enrico Pavia, avvocato difensore di Emiliano Frocione. Mentre si svolgeva l’udienza di ieri mattina, rigorosamente a porte chiuse, nella sala d’attesa erano presenti anche i genitori del presunto assassino. Il loro disappunto era palese. Entrambi sostengono che il proprio figlio Emiliano non goda di uno stato di salute mentale idonea a sostenere un’udienza aggiungendo che anche tre diversi medici hanno confermato questa tesi.

Secondo i familiari, l’imputato è da considerare egli stesso una vittima, che avrebbe agito esclusivamente per legittima difesa. L’avvocato Domenico Mariani, legale della famiglia Agostinelli, rigetta una simile ricostruzione. «Gli avvocati dell’imputato sostengono che abbia agito per legittima difesa, è d’obbligo sottolineare alcune anomalie che smontano la loro tesi. Emiliano Frocione, dopo aver colpito con una statua l’allora anoressica Alessandra Agostinelli, stendendola nel bagno con la parte destra del cranio fracassata, l’occhio tumefatto e quattro incisivi rotti; trovandosi la porta del bagno bloccata è uscito dalla finestra per poi rientrare dal portone, chiudere le serrature e alzare al massimo il volume della tv per poi infliggerle 18 coltellate con un pugnale, ed infine lo strangolamento.

Se si fosse realmente trattata di legittima difesa, non vedo perché mai sarebbe prima uscito, e in seguito rientrato per continuare ad infierire; sosteniamo inoltre, che le ferite riportate da Frocione siano autoinflitte: se fossero state sferrate da Alessandra, non sarebbero penetrate solamente di un centimetro». La sentenza arriverà nel processo fissato per il prossimo 29 Giugno, dove anche gli avvocati difensori di Frocione saranno chiamati in causa; da alcune indiscrezioni sembrerebbe che proprio in quell’occasione verrà presentata dai legali dell’imputato, una nuova perizia che attribuirebbe l’origine della morte di Alessandra, a cause diverse da quelle sostenute fino ad oggi.