E’ la tappa più dura della prima metà di Giro d’Italia.
La discesa al sud volge già quasi al termine con l’ottava tappa, da Fiuggi a Campitello Matese, dal Lazio al Molise. L’arrivo in salita molisano darà una misura attendibile dei valori in campo e ci dirà quali corridori saranno pronti a giocarsi i posti da podio nei prossimi tapponi di montagna.
Salite e continui saliscendi in questa bella tappa appenninica che va dalla Ciociaria a alle montagne molisane. La partenza è da Fiuggi e subito il percorso comincia a muoversi nei primi km ciociari con la salitella verso Veroli. Dopo una cinquantina di km, a Sora, inizia la lunga salita verso la Forca d’Acero, un’ascesa che si prolungherà per una trentina di km al 4%. Allo scollinamento siamo in Abruzzo, altra salitella per arrivare in Molise a Rionero Sannitico e quindi il classico Macerone, una salita di 3 km e mezzo al 7%. Siamo ormai nella fase di avvicinamento alla salita finale, passando per Isernia ai – 38 km. La salita finale misura 13 km. E’ un salita regolare, con strada sempre piuttosto larga e pendenze tra il 6 e l’8%, con qualche breve e rara puntina sopra il 10%. La pendenza media sfiora il 7%, il punto più duro è a circa 5 km dall’arrivo. La salita termina a 700 metri dall’arrivo, dove una breve discesa porta verso il traguardo di Campitello Matese.
E’ una tappa impegnativa, non un vero tappone, ma un test molto importante per capire come si potrà svolgere la corsa da qui in poi. I corridori da classifica capiranno quale è il proprio posto e il proprio possibile obiettivo in vista della seconda parte di Giro.
Fiuggi attende con ansia l’arrivo della corsa rosa.