Il sindaco Antonio Pompeo: In luogo della tradizionale commemorazione, quest’anno vi è stata la presentazione di un libro: “Il valore della memoria”, di Antonio Poce. l’Amministrazione Comunale ha voluto in questo modo ricordare il proprio Martire con uno sforzo di ricerca storica, finalizzato alla ricostruzione di una memoria collettiva e condivisa, una ferma volontà nella convinzione che l’identità cittadina debba fondarsi innanzitutto sui principi che hanno guidato le scelte di Don Morosini e che successivamente hanno dato luogo alla scrittura della nostra Carta Costituzionale.
L’autore stesso, nell’introdurre la presentazione del libro, ha evidenziato l’importanza di tali valori, quali fattori di sviluppo culturale e di progresso civile a beneficio della comunità cittadina e delle sue generazioni future. Una prestigiosa figura, Don Giuseppe Morosini, una personalità grande, come è stato ricordato dallo stesso Antonio Poce, citando l’esempio delle celebrazioni romane della Resistenza nelle quali Don Giuseppe compare sempre accanto ai nomi più prestigiosi della storia recente del nostro Paese: Giacomo Matteotti, Bruno Buozzi e Pilo Albertelli. Un libro che probabilmente farà discutere.
Perché nulla è stato nascosto, ma affrontato con particolare equilibrio e onestà intellettuale. E se avrà ottenuto, quale risultato immediato, la riapertura di ulteriori ricerche, o sia anche di un dibattito, intorno alla prestigiosa figura di Don Morosini, allora sarà il segno che l’operazione condotta dall’Amministrazione Comunale e sostenuta dalla Regione Lazio sarà stata giusta e degna di essere salutata con la massima riconoscenza.
Il presidente del Comitato Onoranze, Primo Polletta: Dopo la santa messa in suffragio al nostro eroe Don Giuseppe, gli omaggi floreali, gli onori militari presso il Monumento, nel salone di rappresentanza del Liceo Martino Filetico, gli interventi dei relatori, dopo i brani musicali, eseguiti per l’occasione dagli alunni della Scuola Media Giorgi-Fracco. Molto preciso e circostanziato l’intervento del prof. Tarcisio Tarquini, il quale ha ben rappresentato le tesi sostenute nel libro, rintracciando nell’appassionato lavoro di ricerca dell’autore, oltre alla memoria affettuosa nei confronti del giovane sacerdote-partigiano, anche l’impegno a ristabilire la completezza di una figura.
Interessante anche l’intervento dell’architetto Giovanni Fontana, il quale si è soffermato invece prevalentemente sulle tante figure citate nel libro che in qualche modo hanno alimentato la vocazione artistica di Don Morosini. Tante figure, peraltro, e tante tracce di ricerca ancora da percorrere, poiché il merito forse principale del libro è proprio quello di aver riaperto un’indagine sulla memoria rimasta per troppo tempo ancorata a un racconto troppo convenzionale, e comunque privo di alcuni aspetti essenziali della personalità di Don Morosini.