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ELEZIONI ALATRI, FRUSONE (M5S) STOPPA LE VOCI DI ACCORDI IMMINENTI: “TROPPO PRESTO PER DECIDERE”

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Proseguono le interviste di Gente comune (per info, proposte, repliche 380 3679601 o info@tipografiaacropoli.it) sulle amministrative di Alatri, con il voto previsto ad ottobre.

Oggi è il turno dell’On. Luca Frusone, deputato alatrense del Movimento Cinque Stelle, che su un eventuale appoggio pentastellato alla candidatura di Roberto Gizzi (ex assessore del Comune di Alatri al quale ieri il sindaco Morini, dopo una richiesta del gruppo Pd in consiglio, ha ritirato le deleghe) precisa: “Al momento è davvero presto per sciogliere le riserve”.
On. Frusone, dalle difficoltà nella ricerca di candidati unitari nel nuovo campo progressista nelle grandi città italiane fino alle realtà cosiddette minori. Ci stiamo occupando del voto di Alatri, la sua città. È vero, così come è filtrato dalla civica Programma Alatri, che come M5S state lavorando per convergere su Roberto Gizzi candidato sindaco?
“È già da tempo che ci incontriamo per decidere cosa fare alle prossime amministrative e i contatti con altre potenziali liste sono stati molteplici. Al momento è presto per sciogliere le riserve anche perché dal territorio si sta seguendo con attenzione il processo di riforma del Movimento capitanato da Conte. Purtroppo sta andando molto a rilento e capisco le persone, gli attivisti e i semplici simpatizzanti che prima di metterci la faccia nella loro città vogliono capire cosa diventerà il movimento e come cambierà, quindi le riflessioni al momento sono più verso l’interno che l’esterno e confrontandomi con altri territori ho capito che è un problema che troviamo in tutta Italia. Probabilmente solo dopo aver sciolto questi problemi potremo parlare seriamente di eventuali collocazioni e di accordi programmatici con altre forze”.
Ogni schieramento ha le sue difficoltà e questa, ad oggi, sembra l’unica certezza. Proiettiamoci in avanti, tra qualche mese. Come si arriverà ai nastri di partenza secondo lei?
“Credo che si arriverà in maniera estremamente frammentata. Purtroppo è una prassi che si ripete e non solo ad Alatri. Ormai è normale avere 5 o 6 candidati sindaco con 20 o 30 liste persino in Comuni più piccoli di Alatri. Questo accade perché ormai si lavora solo sulla persona e sul bacino di voti che quella può portare. Accordi sui programmi e programmazione di lungo respiro sono temi che lasciano il passo a queste altre dinamiche ed è un problema. Ormai è impossibile trovare un’amministrazione che dopo essere eletta non litiga o finisce i 5 anni senza aver fatto rimpasti e cambi di maggioranza con persone che escono ed altre che entrano solo per la convenienza del momento. Questo svilisce e depotenzia l’azione politica perché alla fine non conta quello che vuoi e puoi fare per il tuo Comune ma solo quanti voti rappresenti per svariati motivi”.
Senta lei è alla seconda legislatura in parlamento e continuano ad accusarla di non essersi mai occupato di Alatri. Dalla sua, e questo è oggettivo, c’è che un deputato non ha possibilità di incidere nel quotidiano come ad esempio può fare un consigliere regionale. Sono critiche ingenerose quelle che le rivolgono?
“Chiunque amministra verrà sempre criticato. Ormai lo scontro politico non permette di essere oggettivi. Certo tutto è migliorabile ma la tempesta di informazioni che arrivano al cittadino non lo aiutano a capire cosa si sta facendo. Per esempio, come lei dice, in molti ignorano la differenza di competenze tra un parlamentare e un consigliere regionale con quest’ultimo che ha competenza in materia di sanità, per esempio, e quindi può incidere molto su un tema che si sente molto sul locale. Il parlamentare su quel tema può solo impegnarsi affinché vengano messe più risorse per la sanità nazionale, cosa che è stata fatta, ma poi su come le regioni gestiscono questi soldi non può fare molto se non comunicati contrari ma che si disperdono tra tante polemiche. Per esempio per sollevare la questione di pediatria dell’ospedale di Alatri ho sempre dovuto fare affidamento sul nostro consigliere Marcelli perché questi argomenti non sono di competenza del Ministro della salute, organo che io posso interrogare, ma dell’Assessore alla sanità della Regione Lazio che può interrogare solo un consigliere regionale. Oltre a queste divisioni di compiti che spesso non si conoscono è anche complicato capire il funzionamento amministrativo e questo non aiuta a comunicare ciò che si fa”.
Ci faccia un esempio più concreto, la prego. E in relazione a queste accuse, ha qualche rimpianto? 
“Per esempio Alatri per i prossimi 2 anni beneficerà di un contributo di quasi 6 milioni e mezzo da parte del MEF per ripianare in parte i 15 milioni di debiti ereditati in decenni di amministrazioni. Un’ottima notizia per i cittadini che molto probabilmente nemmeno lo sanno e per il prossimo sindaco che si ritroverà sicuramente in una situazione più semplice rispetto agli ultimi 5 anni dove con un Comune in predissesto le possibilità d’investimento erano minime. Questo risultato si è ottenuto in silenzio e senza sbandierarlo. Magari in tempi passati si sarebbero fatti i manifesti per prendersene i meriti ma le cose da fare sono tante e se uno sta sempre a dire le cose che farà, alla fine gli rimane poco tempo per farle veramente. Infine più che rimpianto potrei dire cosa manca e cosa non si è costruito, anche se non è compito del parlamentare, ossia una vera cabina di regia territoriale. I Comuni sono troppo slegati l’uno dall’altro e non si riesce a ragionare in maniera collettiva. I sindaci sono spesso impegnati in situazioni giornaliere anche banali ma non possono permettersi di non rispondere anche alle richieste più strane perché altrimenti vengono criticati e perdono consenso elettorale e così non hanno né energie né tempo per sedersi ad un tavolo tutti insieme per progettare un qualcosa di concreto e di ampio respiro. Purtroppo anche a livello locale non si può più vivere alla giornata senza pensare ai prossimi 30 anni e questo ha già fatto perdere tanti treni e tanti altri ancora ne perderemo ma la colpa non è tanto dei singoli ma ormai di un sistema che è un po’ ostaggio di se stesso e del consenso elettorale”.
RIC. STR.