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Cronache dal Lido, Venezia 2019

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Dopo il fine settimana di massima affluenza che ha segnato il record di accreditati e di biglietti, siamo ormai a pochi titoli dal completare la visione del Concorso.

“The painted bird” del regista ceco Václav Marhoul, tratto dall’omonimo romanzo di Jerzy Kosinski é una storia cupissima e crudele: girato in 35mm e in bianco e nero con una fotografia veramente magnifica, il film, ambientato in est Europa verso la fine della seconda guerra mondiale, racconta il viaggio di un ragazzo senza nome, affidato dai genitori perseguitati a un’anziana madre adottiva. Rimasto ben presto solo, il ragazzo intraprende un percorso di formazione e conoscenza passando attraverso vari capitoli in cui è suddiviso il film. Partendo da un grado zero di umanità ed evoluzione imparerà a rapportarsi con la violenza dio ogni genere. Dai contadini ai soldati russi, ai cosacchi ai nazisti. “Sono stato molto toccato da questo romanzo, che è una storia universale che parla del buono e del cattivo che c’è in tutti noi” – ha raccontato il regista – “Ho cominciato a lavorarci dieci anni fa, e non sapevo allora che la crisi migratoria e la politica europea lo avrebbero reso così attuale. Sono tempi cupi questi in Europa e questa storia parla anche dei bambini abbandonati iesti anni, e che si trovano ad agire, e a reagire, come il mio protagonista. So che può sembrare un film molto violento, ma la violenza é solo la cornice del dipinto: per me parla di vita, della lotta per farsi accettare, del bene, dell’umanità”. Il film ha un cast importante: Harvey Keitel, Julian Sands, Stellan Skarsgård e Udo Kier, che ha così commentato: “Conosco bene questa storia perché l’ho vissuta, perché sono stato bambino in Germania arrabattandomi per cercare da mangiare. Il bambino protagonista é la vera magia del film, solo guardandolo si rimaneva meravigliati”.

Alfredo Salomone