HOMEPAGE CRONACA Covid Veroli, la comunità saluta Patrizia Papetti

Covid Veroli, la comunità saluta Patrizia Papetti

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 Patrizia era un prato fiorito. Una di quelle persone che quando la incontravi, il tempo ti appariva subito più sereno. Forse per la scia di colori e profumo che si portava dietro, forse perché bastava parlarle anche solo un momento per farti riconciliare con la vita di paese. Lei era così, non si preoccupava di esserlo, non aveva bisogno di studiare il sorriso giusto, la parola adatta, il gesto perfetto. Patrizia aveva tutto, colori, energia, dolcezza, eleganza, voglia di vita. Non c’é bisogno di fare cose eclatanti per essere di una comunità la parte bella. Quella che ognuno vorrebbe essere, ognuno pensa invincibile e immortale. Come la colonna della chiesa in piazza, la felce nel giardino. Patrizia era un girasole, sapeva sempre dove voltarsi per trovare la luce e senza rendersene conto te la offriva come un dono. Non è un caso che quando é andata via anche il sole ha abbandonato il cielo di Veroli. Ha preferito accompagnarla nel suo viaggio, quello che lei avrebbe definito un’altra avventura. Perché Patrizia per Veroli era luce a voci basse, musica senza frastuono. Lei non avrebbe voluto che parlassimo di sconfitta, lei che era la forza, il coraggio di sorridere, la bellezza del sapersi commuovere. Lei che con la vita ci giocava, che la vita l’amava, la mordeva, ci perdoni se oggi non riusciamo a ricambiare i sorrisi che dispensava come benedizioni. Non c’é casa, non c’è piazza, non c’é strada che oggi non si sente confusa, stordita, impotente e privata di uno dei suoi fiori piú rari. Eclatante come i fenomeni naturali, coinvolgente come uno spettacolo a sorpresa. Alla fine, il peso che hai avuto in una comunità lo misuri da quello che lasci, da come vieni ricordata, da quanti hanno sentito la necessità di dire una parola per non scoppiare dentro. Perdonaci Patrizia se oggi ci sentiamo sconfitti, ma proprio non ci riusciamo ad essere come eri tu. Inconsapevole della bellezza che portavi dentro, della gioia di vita che elargivi, di quanto i tuoi colori mancheranno a questa terra. Siamo increduli e addolorati, ma una persona si può amare sempre. Ti ricorderemo e ci crederemo che la vita va vissuta fino in fondo. Come avresti voluto tu. Non è detto che questo ci consoli e saremo comunque felici. Quello è impossibile davvero. Però siamo orgogliosi di averti avuta con noi. E se questa non è ‘gioia’, ci somiglia molto. Ecco, alla fine l’abbiamo detta anche oggi quella parola che ti piaceva tanto. Ti salutiamo così, con i colori delle aiuole in fiore, i ricordi semplici e belli, il cuore stracciato e puro. E nient’altro. Veramente nient’altro. Ciao Patrizia.

Monia Lauroni