HOMEPAGE CRONACA Covid, è morto il Maresciallo Maggiore Massimo Paris

Covid, è morto il Maresciallo Maggiore Massimo Paris

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Il Maresciallo Maggiore Massimo Paris

Si è spento ieri, vittima del Covid, Massimo Paris, il comandante verolano della stazione dei Carabinieri di Guarcino

 “Ricordatevi che quando muore un carabiniere muore un po’ una parte di voi”

 

Il Covid19 lo ha portato via e tutta l’Arma e la sua Veroli piange la perdita di questo collega e amico del quale resterà sempre il ricordo vivido e sentito. Massimo Paris, attualmente comandante della stazione dei Carabinieri di Guarcino, per oltre quindici anni ha prestato servizio nel suo suolo natio. Sapeva usare la pacatezza dei buoni, ma era deciso nel ruolo che aveva. Un uomo, un servitore dell’Arma, una persona di cuore che ha amato il suo lavoro e il suo territorio, facendone una missione, che svolgeva con dedizione e impegno. E’ stato un punto di riferimento per il territorio avvicinando molti ragazzi alla legalità con il suo esempio ed il suo essere paterno ed integerrimo.  Faceva parte della comunità Massimo Paris e ne fa parte ancora. Il Covid lo ha contratto in servizio, lo ha combattuto per oltre un mese, alla fine la resa. Per la gente comune, la divisa di un servitore dello Stato è quasi sempre anonima, anonima fino a quando un fatto, una tragedia, ricorda loro che quella divisa ha un grado, un nome e una famiglia. Per la gente comune è così, ma non per i colleghi che lavorando a suo fianco lo hanno conosciuto bene. Non per i verolani che oltre la divisa hanno scoperto l’uomo che sapeva stringere una mano e difendere anche con un sorriso. Del Maresciallo Paris tutti ne hanno riconosciuto il valore umano e professionale. Si capisce dalla valanga di messaggi di cordoglio raccolti sui social. Dagli amministratori, ai colleghi, ai cittadini, la notizia della sua morte ha sconvolto tutti. In un mondo dove tutti parlano c’è’ chi fa, per dovere. E Paris era uno di quelli, e lo ha fatto fino all’estremo sacrificio. 

Quando muore un uomo come Massimo Paris ognuno porta dentro il suo vuoto ed il suo personale senso di sconfitta. Quando muore un carabiniere la fiamma arde di sangue e nobiltà e quel pennacchio è la cima di un cipresso. Quando muore un carabiniere ha il saluto dell’uomo, le mani sul volto di un figlio, le lacrime degli amici e una donna ha il ghiaccio nel cuore. Quando muore un carabiniere, così, per mano di un nemico senza volto e senza pistola, non c’è giustizia. Proteggere è una condizione privilegiata rispetto al vivere. Ma è anche la sua condanna. Veroli lo ricorda e lo piange e continua a chinare il capo per il dolore delle tante perdite. 

 “Ricordatevi che quando muore un carabiniere muore un po’ una parte di voi”.

Monia Lauroni