HOMEPAGE PRIMO PIANO Cambia Berardi, metti Chiesa… Chiesaaaa, Chiesaaaa, tutti a Monaco

Cambia Berardi, metti Chiesa… Chiesaaaa, Chiesaaaa, tutti a Monaco

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La più sofferta del campionato europeo, forse, anzi senza dubbio, la più difficile della gestione Mancini ma la portiamo a casa con una genialata del Ct e di tutti noi davanti allo schermo.

Quando ci dicono che in estate siamo tutti allenatori non hanno tutti i torti ma spesso però le sensazioni delle persone sono le migliori. Le cose dette di getto dopo un pericolo scampato, una giocata fatta male… ed ecco che dopo l’ora di gioco davanti ai maxischermi arrivava il grido di dolore di quasi tutti quelli che erano in sofferenza e senza cena: “togli Berardi, metti Chiesa. Serve lui, serve la sua velocità di giocata, la sua imprevedibilità”.

Ed è qui che si è compiuta la magia, il Ct ha messo dentro il figlio di Enrico (suo ex compagno alla Sampdoria) che gli ha risolto la partita più dura e complicata del nostro cammino. Ci hanno messo alle corde gli austriaci, inutile nasconderlo, durante il secondo tempo abbiamo tirato fuori il mestiere, il carattere, la fase difensiva, i trucchi e pure la fortuna per venire a capo di una nazionale fresca che correva, azzannava, vedeva la preda debole… ma non abbiamo mollato, siamo rimasti lì, in partita, consapevoli di avere gli assi nella manica da poterci giocare nel momento dell’all-in: Chiesa e Pessina che si sono alzati dalla panchina e hanno dato lo slancio e anche la qualità che in quel momento serviva per vincerla.

Ed è così che siamo ancora vivi, più vivi che mai, abbiamo scampato il pericolo, un pericolo vero, potente, ma ci siamo stretti, abbiamo giocato la partita tutti insieme, in campo, davanti ai maxischermi nelle piazze, nei parchi, a casa, nei bar, dovunque. Portavamo il tricolore sulle spalle nei momenti di tempesta austriaca, non ci siamo persi, siamo stati lucidi e poi ci siamo abbracciati correndo come Luca Vialli è corso ad abbracciare Roberto Mancini che poi tornando verso il campo è scoppiato in un sorriso sereno, divertito, quasi beffardo. Lo stesso che avevamo noi a fine partita mentre andavamo diretti a mangiarci una pizza e uno spaghetto al pomodoro che sarà sempre meglio di un wurstel austriaco. A Ronaldo o Lukaku ci pensiamo da lunedì, sempre che non dovranno essere loro a doversi preoccupare di noi. Hai visto mai che si stanno ribaltando i pronostici? Tutti a Monaco. 

Articolo a cura di Massimo Papitto