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Calcio – Frosinone, il Vigorito che non t’aspetti

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Esordio migliore con la maglia del Frosinone Mauro Vigorito non poteva sognarlo. Tanti mesi e tanti allenamenti prima di aspettare la grande occasione che poi di colpo (grazie ad un piccolo infortunio capitato al titolare Francesco Bardi) è arrivata in una partita casalinga di fine febbraio contro l’Ascoli al Benito Stirpe. Un esordio coi fiocchi quello del portiere sardo arrivato negli ultimi giorni di mercato estivo in silenzio e senza fare alcun rumore. La vita del secondo portiere è dura si sa, stessi allenamenti dei compagni, stesse abitudini, stesse cose da condividere ma soddisfazioni personali purtroppo rare e tanto tempo in panchina ad aspettare il tuo momento, il momento per far vedere che anche il secondo portiere sa parare. Mauro Vigorito, prima di questa occasione ha passato 25 sabati o domeniche d’attesa. Tanta attesa quanta tutte le giornate di campionato giocate dal Frosinone fino a questo momento: neanche un minuto prima della gara contro l’Ascoli e poi di colpo la ribalta. Da portiere di carattere, vero, forte. “Bisogna lavorare ogni giorno per farsi trovare preparati”, frase “mantra” di questi suoi primi mesi a Frosinone prima della gioia del campo e della maglia da titolare. Poi di colpo nel 2-0 del Frosinone sull’Ascoli, c’è la sua firma autentica, prepotente, in calce. Rigore parato a Buzzegoli proprio al tramonto del primo tempo e parate fenomenali su punizione di Ghigliotti e colpo di testa di Kanoutè. Prestazione da incorniciare e applausi a scena aperta dei tifosi del Frosinone, del mister Moreno Longo e anche degli avversari a partire dal mister dell’Ascoli Serse Cosmi che ne ha riconosciuto la grandissima prestazione. Lui però, Vigorito, rimane fedele al suo status di portiere silenzioso e umile nonostante la meritata notorietà: “Sono stato fortunato sul rigore di Buzzegoli”. Racconta ai microfoni a fine partita: “Avevo scelto di buttarmi su quel lato perché anche al mio esordio col Vicenza ne avevo parato uno sulla mia sinistra. Scaramanzia più che bravura. Anche stavolta è andata bene e poi abbiamo vinto, la cosa più importante”. Parole umili ma i suoi occhi però raccontavano altro: brillavano. Vigorito non giocava una gara ufficiale dal 13 maggio scorso: Cittadella-Vicenza 2-0. Retrocessione della squadra vicentina poi il buio. Tanta attesa ripagata da questa domenica di gloria. Ora tutti sanno chi è veramente Mauro Vigorito che da oggetto misterioso del Frosinone è diventato un portiere vero.  Sabato prossimo contro il Perugia, forse Mauro tornerà in panchina, ma non si sa mai. Forse mister Longo da oggi ha un piacevole problema in più. In Ciociaria, ora anche dopo le sue parate, si sogna quello che non si ha ancora il coraggio di pronunciare. Se il Frosinone realizzerà il suo sogno, lo dovrà anche a Mauro Vigorito, gigante di 187 centimetri, re che non t’aspetti del Benito Stirpe in un pomeriggio di febbraio.

Massimo Papitto