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Arce – Il padre di Serena Mollicone: mia figlia uccisa perché denunciò spaccio di droga

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“Si vuole archiviare il caso perché di mezzo ci sono persone intoccabili”.

Una petizione online per dire ‘no’ all’archiviazione delle indagini sul delitto di Serena Mollicone, la 18enne uccisa ad Arce (Frosinone) nel 2001. Paladino dell’iniziativa, insieme ad Antonio Turri (presidente dell’associazione ‘I cittadini contro le mafie e la corruzione’).


 

E’ Guglielmo Mollicone, padre della vittima, intervenuto in esclusiva ai microfoni della trasmissione ‘La storia oscura’ su Radio Cusano Campus, emittente dell’universita’ Niccolo’ Cusano (www.unicusano.it). “E’ una situazione surreale- ha affermato Mollicone- La Procura di Cassino si deve ancora pronunciare se mantenere alcune persone sul registro degli indagati, intanto il procuratore pro-tempore ha chiesto l’archiviazione. Credo che non sia mai accaduta una cosa simile: evidentemente c’e’ qualcuno che vuole insabbiare presto l’intera storia perche’ ci sono di mezzo persone intoccabili.

Perche’ e’ chiaro che mia figlia non e’ stata uccisa da una sola persona ma da un ‘pool’ di persone”.    “Ci sono delle registrazioni chiare: quando trovarono il corpo del brigadiere Santino Tuzzi- ha rivelato- il suo amico Marco Mannati disse: ‘Santino lo hanno ucciso perche’ sicuramente era collegato al caso di Serena Mollicone. Santino mi ha detto che la notte della veglia il maresciallo Mottola ha portato il cellulare a casa di Serena’. Poi questo signore e’ stato minacciato. Mi disse: ‘Guardi io c’ho tre figli’. Quindi qualcuno gli ha intimato di non dire quelle cose ai magistrati”