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Alatri – Richiesta dal sindaco Giuseppe Morini una convocazione urgente all’assemblea dei sindaci sulla fusione di Acea Ato 5 e Acea Ato 2

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Il sindaco di Alatri ingegner Giuseppe Morini ha inviato al presidente dell’Assemblea dei sindaci Antonio Pompeo ed ai primi cittadini della provincia aderenti ad Ato 5, una richiesta di convocazione urgente dell’assemblea dei sindaci sulla fusione per incorporazione della società Acea Ato 2 in ACEA ATO5 S.p.A., gestore del Servizio Idrico Integrato, nell’ambito territoriale omogeneo della Provincia di Frosinone ATO5.


 

“Tenuto conto dei possibili risvolti tecnico organizzativi e qualitativi che tale operazione potrebbe avere sulla gestione del servizio idrico integrato nella Provincia di Frosinone – scrive il sindaco Morini, tenuto anche conto della Convenzione sottoscritta da ACEA SpA e ATO 5 in data 27 giugno 2003,

considerato che quanto disposto nella legge regionale n.5/2014 sul principio della gestione pubblica e partecipata dell’acqua collide con un eventuale aggregazione in macroarea e, nello specifico fatto richiamo all’art. 3 comma 6 della stessa; atteso che il gradimento o diniego dell’autorità d’ambito competente ATO 2, deve essere espresso entro il 30° giorno dalla data di formalizzazione della richiesta (prot. ATO2 n. 1388_15 del 28/12/2015) e che trascorso questo termine il gradimento si intende rilasciato; ritenuto necessario che i sindaci dei Comuni coinvolti in tale eventuale operazione, siano edotti sull’entità della stessa e sulle ricadute per l’ambito di appartenenza; ritenuto altresì opportuno che gli stessi Sindaci, in rappresentanza delle comunità locali, siano messi in grado di rappresentare democraticamente la volontà dei cittadini, sul cui destino è doveroso decidere direttamente e  non demandare ad altri questa scelta come troppe volte accaduto; chiede l’immediata convocazione della Conferenza dei sindaci dell’ Ato5.

Acea Spa è sempre più determinata ad accaparrarsi l’affare milionario della gestione del servizio idrico nel centrosud. L’ultima mossa dell’azienda è arrivata con una lettera datata 23 dicembre contenente l’istanza di fusione tra Acea Ato 2 e Acea Ato5, gestori delle province di Roma e Frosinone. Rispetto a questo gli oltre 200 enti locali interessati non sarebbero stati informati. I 30 giorni di tempo entro i quali deve essere valutata la proposta scadono il 22 gennaio, dopodichè la proposta sarà considerata accettata per silenzio assenso. Chi non ha informato i sindaci (segreteria tecnico operatica dell’Ato2 e la Città metropolitana ha compiuto una scelta chiara; un silenzio tutto a favore di Acea Spa.

Dovrebbero essere le comunità locali a dire la loro, in linea con la legge regionale 5/2014 sulla ripubblicazione del servizio idrico nel Lazio, una legge che va in direzione opposta alle grandi fusioni che piacciono ad Acea Spa. Una legge sulla cui applicazione la giunta regionale è inadempiente, non avendo ancora portato in discussione la proposta sulla ridefinizione degli ambiti di bacino. Anche in questo caso un immobilismo non neutrale tutto a beneficio di Acea Spa. Questa proposta di fusione contrasta apertamente con le battaglie che comitati, enti locali e cittadini, ad iniziare dal referendum sull’acqua pubblica hanno intrapreso in questi anni. La vita e la salute dei cittadini non è un dettaglio. Sull’acqua le mire finanziarie di una società che ha come unico scopo il profitto non devono passare e chiamando i Sindaci alla rivolta si deve affermare la più dura opposizione dei cittadini a questa proposta.