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Accensione dei termosifoni. Cos’è una fascia climatica e a quale corrispondono i Comuni ciociari?

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Dallo scorso 22 ottobre, nel Capoluogo si è dato il via alla riaccensione dei termosifoni. Lo stesso, però, non è avvenuto per tutti gli altri Comuni della Provincia. Ma per quale motivo?

A regolare l’accensione dei riscaldamenti ci sono le cosiddette fasce climatiche che si differenziano tra i vari territori. Va precisato sin da subito che la normativa in vigore regola soltanto chi utilizza dei riscaldamenti centralizzati e, quindi, chi abita all’interno dei condomini.
Nell’allegato A tale normativa (il Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n.412) comprende una tabella di sintesi delle varie fasce, comprendendo la data di accensione / spegnimento dei riscaldamenti e il numero massimo di ore giornaliere.

Va detto, poi, che quest’anno, per calmierare i costi energetici è stata imposta una diminuzione delle ore di accensione nelle varie zone (in tutto 6).

Zona climatica A

Questa fascia comprende il Sud e le Isole ed è quella con la minore durata prevista dell’accensione dei riscaldamenti. Essi possono essere accesi dall’8 dicembre al 7 marzo per cinque ore al giorno.

Zona climatica B

Nella fascia B vengono compresi territori caldi come ad esempio le Province di Palermo, Siracusa, Reggio Calabria, Trapani, Agrigento, Messina e Catania. Qui i termosifoni possono essere accesi dall’8 dicembre a 23 marzo per un totale di sette ore giornaliere.

Zona climatica C

I territori che rientrano in questa zona sono caratterizzati da un clima più mite tra cui Latina, Napoli, Caserta, Salerno, Bari, Benevento, Catanzaro, Cagliari, Ragusa, Lecce, Cosenza e Taranto. Qui i riscaldamenti possono essere riaccesi dal 22 novembre al 23 marzo per una durata massima di nove ore al giorno.

Zona climatica D

In questa fascia, invece, vengono compresi territori come le Province di Roma, Genova, Firenze, Ancona, Pescara, La Spezia, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Pisa, Pesaro, Viterbo, Chieti, Siena, Foggia, Matera, Teramo e Vibo Valentia. La data di accensione cade nella giornata dell’8 novembre e quella dello spegnimento in quella del 7 aprile. La durata giornaliera massima è di undici ore.

Zona climatica E

Questa fascia è caratterizzata da temperature molto basse e comprende anche il Capoluogo ciociaro. Tra gli altri, poi, troviamo Alessandria, Aosta, Bergamo, Brescia, Como, Parma, Reggio Emilia, Padova, Rimini, Modena, Trieste, Gorizia, Piacenza, Ravenna, L’Aquila, Potenza, Verona, Udine, Perugia, Rieti e Campobasso. Qui l’accensione si ha dal 22 ottobre al 7 aprile con una durata massima di tredici ore giornaliere.

Zona climatica F

L’ultima fascia climatica, infine, comprende tutti i Comuni più freddi come le Province di Cuneo, Trento e Belluno. Infatti, in questi territori i riscaldamenti non hanno alcuna limitazione e possono essere accesi sempre.

Per quanto riguarda la Provincia di Frosinone, ogni singolo Comune non appartiene necessariamente alla Zona E a cui appartiene il Capoluogo. Per questo, seguendo anche le delibere delle assemblee condominiali o specifiche ordinanze comunali, ognuno appartiene alla propria fascia tenendo conto delle varie temperature climatiche (https://www.tuttitalia.it/lazio/provincia-di-frosinone/classificazione-climatica/).

Elisa Rossi