HOMEPAGE CULTURA Venezia, Roy Andersson e Atom Egoyan al Festival del Cinema

Venezia, Roy Andersson e Atom Egoyan al Festival del Cinema

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Swedish director Roy Andersson (C), Swedish actor Anders Hellstrom (L) and actress Tatiana Delaunay (R) pose at a photocall for 'Om Det Oandliga (About Endlessness)' during the 76th annual Venice International Film Festival, in Venice, Italy, 03 September 2019. The movie is presented in the official competition 'Venezia 76' at the festival running from 28 August to 07 September. ANSA/CLAUDIO ONORATI

É tornato in concorso anche il vincitore del Leone d’Oro del 2014, lo svedese Roy Andersson con “ Om det oändliga (About endlessness)”, una riflessione sulla vita umana in tutta la sua bellezza e crudeltà, splendore e banalità. Una voce narrante ci guida nelle storie delle persone, in una serie di frame bellissimi che passano dal quotidiano del padre che allaccia le scarpe alla sua bambina sotto una pioggia battente, a un uomo che piange su un autobus dicendo che non sa cosa vuole, agli ultimi momenti di Adolf Hitler che realizza di avere perso la guerra, a un padre che ha ucciso la figlia. “Ho visto”, dice la voce. Ho visto la vita. “La vulnerabilità tocca tutti noi esseri umani e dovremmo esserne grati.” – ha raccontato Andersson – “La vita é più ricca quando si vede come si comportano gli altri, quando li vediamo felici, o anche infelici. Le migliori opere d’arte portano con sé compassione e sincerità”. Visivamente molto affascinante, ispirato alla pittura di Hopper, come ha raccontato il direttore della fotografia, il film é un’affascinante antologia umana, dove i personaggi sono archetipi senza nome, che vanno all’essenza di quello che rappresentano. La chiusura dei due amanti sospesi in volo sopra una città distrutta, anche senza toccare l’oniricità di Chagall indice comunque una speranza.

Sempre in Concorso è stato proiettato il film “Guest of honour” del canadese Atom Egoyan, regista sempre molto atteso nei Festival. L’opera é una storia intima, familiare, dove viene alla luce il conflitto tra un padre ispettore sanitario e una figlia insegnante di musica, che viene condannata per abuso di autorità nei confronti di un suo allievo minorenne. Un’indagine sul senso di colpa, la morale, la giustizia, gestita con delicatezza e con un certo umorismo, ma siamo molto lontani dalle prove migliori dell’autore de “Il dolce domani”.

Alfredo Salomone