HOMEPAGE CULTURA Premio Strega – La seconda volta di Veronesi

Premio Strega – La seconda volta di Veronesi

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Con 200 voti vola Sandro Veronesi nella notte dello Strega. Stacca tutti il suo Colibrì (La nave di Teso), anche quello che era considerato il suo avversario più diretto, Gianrico Carofiglio che con La misura del tempo (Einaudi Stile libero) raccoglie 132 preferenze. Seguono Valeria Parrella con 86 voti per Almerina (Einaudi), Gian Arturo Ferrari con 70 voti per Ragazzo italiano (Feltrinelli); Daniele Mencarelli con Tutto chiede salvezza (Mondadori) e 67 voti, Jonathan Bazzi con Febbre (Fandango) e 50 voti. «Il colibrì è il simbolo dei guerrieri, di tutti coloro che non mollano mai, che non si arrendono» dice a caldo mentre riceve la bottiglia di liquore.

Veronesi aveva già vinto nel 2006 con Caos Calmo (Bompiani); l’unico finora a cui era riuscito il bis era Paolo Volponi. Ecco che con Il colibrì l’autore entra nella storia. Il successo del libro tuttavia deve molto al gran lavoro dell’editore Elisabetta Sgarbi che ha seguìto e costruito passo passo la fortuna del Colibrì fino a ieri sera. Veronesi è un ottimo sceneggiatore e nel Colibrì, come nelle precedenti opere, salta all’occhio questo suo marchio di fabbrica e mestiere che svolge magistralmente. La letteratura come narrazione ha poco a che vedere con il romanzo come lo intendiamo. Ciò non vuol rappresentare una critica, ma dallo Strega ci si aspetta ogni tanto qualche narratore “puro” come accadeva qualche anno fa. Intendiamoci, la settima arte ha spesso invaso altri campi con risultati eccelsi, ma un certo abuso nel solco dell’arte americana non fa troppo bene alla nostra tradizione letteraria. In America infatti i premi li vincono i narratori, i poeti, i filosofi; gli sceneggiatori gareggiano a Hollywood e a Los Angeles. Questo fa sì che in Italia non si riesca ancora a ottenere un vero spazio per gli scrittori che, per il successo, devono imbarcarsi in altri mestieri che a volte non competono loro.

Detto ciò, congratulazioni a Veronesi, a tutti gli altri e buona lettura.

Patrizio Minnucci