HOMEPAGE CRONACA Nel primo giorno di libertà che cosa faremo? E quando sarà?

Nel primo giorno di libertà che cosa faremo? E quando sarà?

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Oggi è il diciassettesimo giorno ufficiale di “reclusione”. E’ dura, durissima, quasi una prova di coraggio per tutti noi che non eravamo preparati a vivere una situazione simile. Se ce l’avessero detto non più tardi di un mese e mezzo fa avremmo preso per pazzo chi ce lo stava dicendo. L’avremmo invitato ad andarsi a far visitare da un dottore bravo… e invece come succede spesso la vita ti sorprende ed eccoci qui a vivere giorni a volte interminabili, a guardare fuori dalla finestra della nostra casa, paesi, città vuote. Spettrali. Quasi impaurite.  

Come non mai in questi giorni siamo presi a riconsiderare la nostra vita, ci sembra una punizione arrivata in un momento particolare per tutti noi, quando la globalizzazione, lo scambio culturale tra i popoli aveva preso il sopravvento e i viaggi all’estero erano all’ordine del giorno.   

Ora invece tutto è fermo. Ogni paese è “rattrappito” su se stesso. Si è chiuso in difesa, in difesa della salute del proprio popolo messo in ginocchio da un virus subdolo e che sembra non voler allentare la sua morsa. Detta i ritmi delle nostre vite, ci costringe a stare lontani, a casa, o al massimo ad un metro di distanza quando ci viene concesso di poter prendere una boccata d’aria. Ci sentiamo oppressi perchè “ok, si è bello stare a casa, leggere un libro, vedere un film, stare con la famiglia il più possibile” ma è altrettanto vero che quando questa cosa ti viene imposta e non sei tu a sceglierla la cosa non ci piace neanche un pò. Vogliamo essere noi a decidere cosa fare della nostra vita e non lasciamo di certo la scelta ad un virus, o almeno cosi credevamo di poter fare perchè eravamo stati abituati così. Eravamo spavaldi, lo siamo stati fino all’ultimo momento utile ma poi ci siamo arresi. Ci siamo chiusi in casa per sopravvivenza, per salvaguardare e per salvaguardarci. La salute prima di tutto ci è stato ripetuto come un mantra e alla fine, al netto di qualche ribelle, ci è entrato in testa. Ci è stato tolto tutto per questo: il lavoro, lo sport dal vivo e in tv, il bar, il ristorante, il pub, il cinema, le palestre, e qualsiasi altra forma di svago. Del futuro ora non c’è certezza.

La nostra vita è lenta, scandita a volte dalle lancette lentissime di un orologio. Ci vorrà un mese per tonare ad incontrarci e a parlare senza guardarci “in cagnesco?”. Ce ne vorranno due? o tre? E quando si riprenderà che cadenza avrà la nostra vita? Come ci comporteremo con gli altri? Come torneremo alla normalità? E nella prima giornata di libertà che cosa faremo? Che cosa potremo fare? Tutte domande a cui dare una risposta certa ora è impossibile perchè il virus comanda su tutto.

Un cantante famoso che risponde al nome di Fabrizio Moro canta in una delle sue più celebri canzoni: “La libertà è sacra come il pane”. Ecco, è proprio questo il punto… la libertà che avevamo e che ora ci è stata tolta quando ci verrà ridata? Virus se ti va facci sapere. 

Massimo Papitto