HOMEPAGE CULTURA “La guerra delle due lune” di Maria Scerrato

“La guerra delle due lune” di Maria Scerrato

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Così come in “Fiori di ginestra” il nuovo libro di Maria Scerrato è il risultato di studi storici puntuali e approfonditi. C’è tuttavia un salto di qualità ulteriore perchè “La guerra delle due lune” è un vero e proprio romanzo storico, con tutti i crismi del genere complesso e difficile. Tali complicazioni vengono brillantemente superate dall’autrice con uno stile e una struttura che ricordano l’Eco del “Cimitero di Praga” e i libri della signora del romanzo storico Dorothy Dunnett.

La protagonista Marinette si inserisce mirabilmente  negli anni bui di quella che molti storici chiamano la prima guerra civile italiana; in quel contesto dove non fu difficile etichettare la ribellione di contadini, borbonici e clericali come brigantaggio e scatenare, sotto il nome di lotta al banditismo, un durissimo conflitto militare, in cui il nascente Regno d’Italia giunse a impiegare quasi la metà dell’esercito, a radere al suolo interi paesi e a instaurare la dittatura militare, in una guerra civile, appunto, con più vittime di quella del 1943-45.

Nel romanzo, dalla scrittura brillante e ricco di un’avvincente documentazione, Maria Scerrato rilegge la vicenda del brigantaggio aggiungendo un nuovo tassello atto a liberare i fatti dai troppi luoghi comuni della storiografia ufficiale postrisorgimentale (come la pretesa arretratezza e miseria del Regno delle due Sicilie al momento della caduta) e per evidenziare invece le conseguenze, purtroppo ancora attualissime, della scelta di affrontare la “questione meridionale” quasi esclusivamente in termini di annessione, tassazione, leva obbligatoria e repressione militare. Il Sud è stato trattato come una colonia da educare e sfruttare, senza mai cercare di capire davvero chi fosse “l’altro” italiano e senza dargli ciò che gli occorreva: lavoro, terra, infrastrutture, una borghesia imprenditoriale, un’economia moderna. Così, le incomprensioni fra le due Italie si sono perpetuate fino ai nostri giorni. In tale contesto si incentra anche il saggio storico di Fernando Riccardi che chiude il volume: le vicende analizzate dove nel romanzo si muove Marinette tra situazioni e personaggi accaduti e esistiti davvero, tra le battaglie a Gaeta e a Bauco in cui scorrono fiumi di sangue che la Scerrato dipinge come Goya, facendoci sentire persino l’odore del sangue.

Marinette che si traveste da uomo come una Giovanna d’Arco dell’800, unico personaggio inventato, dicevo, in una narrazione dove accade di tutto, fino ad arrivare a pensare che sia lei il più vero di tutti gli attori e assomigli moltissimo ad altri che sono ancora tra noi.

Patrizio Minnucci