HOMEPAGE CRONACA Collepardo, la notte di San Giovanni, evento annullato causa Covid

Collepardo, la notte di San Giovanni, evento annullato causa Covid

1282
CONDIVIDI

Niente “comparanza” e niente fuoco di San Giovanni, quest’anno, a Collepardo. Vista l’emergenza coronavirus ancora in atto, non si terrà l’evento “La notte di San Giovanni”, la tradizionale festa che celebra la notte magica in cui il sole (fuoco) si sposa con la luna (l’acqua), trai l 23 e il 24 giugno. Una tradizione recuperata dal tempo contadino, conservata con amore e rispetto, grazie soprattutto a Mario Sarandrea, alle associazioni locali e a tutti gli appassionati che negli anni sono uniti. Una tradizione che (ri)vive da tanti anni, così tipica tanto da diventare un elemento di richiamo per i visitatori da questo esempio di memoria immateriale antico di secoli. A Collepardo, quella notte sincretica, si popola di genti di ogni dove e di folletti, maligni o dispettosi. Si raccolgono fiori e erbe nella notte della vigilia di San Giovanni, che hanno poteri benefici e terapeutici grazie all’intercessione salvifica del santo: con queste “misticanze” si prepara l’acqua “magica”, la Guazza di San Giovanni. Le erbe raccolte in questa notte hanno un potere particolare, sono in grado di scacciare ogni malattia e tutte le loro caratteristiche e proprietà sono esaltate e alla massima potenza. Le erbe più note da raccogliere sono l’iperico detto anche erba di S. Giovanni; l’artemisia chiamata anche assenzio volgare e dedicata a Diana-Artemide; la verbena protettiva anch’essa e il ribes rosso che proteggeva dai malefici. Oltre a quelle sopra citate ci sono anche vischio, sambuco, aglio, cipolla, lavanda, mentuccia, biancospino, corbezzolo, ruta e rosmarino. Come si fa “l’acqua di San Giovanni”? Foglie e fiori di lavanda, iperico, mentuccia, ruta e rosmarino rimangono in infusione in una grande vasca per tutta la notte magica, fatta di musica e danze, fino all’alba. Al sorgere del sole, ciascuno prende un po’d’acqua e la porterà a casa per usarla tutto l’anno: per aumentare la bellezza e preservarsi da malocchi, malasorte e malattie. A Collepardo quella notte speciale serve anche per rinsaldare i vincoli della comunità, con la tradizionale comparanza. Ognuno munito di mazzi di fiori bagnati nella Guazza “benedirà” colui o colei che diventerà il compare o la comare di San Giovanni. Attorno al fuoco, alle cui faville si affidano i desideri, è il momento giusto per stringere o rinnovare e suggellare legami di amicizia fraterna, recitando contemporaneamente la formula dei “compari di San Giovanni”. Il compare o la commare sono invitati a volersi bene e a non sciogliere mai un legame che un giorno permetterà loro di ritrovarsi in paradiso. La comparanza dell’anno scorso, la comparanza umana, deve valere fino al 2021. Quest’anno sarà un rito senza festa e senza genti, perché il coronavirus così ha deciso: ma il sole anche quest’anno sposerà la luna, a Collepardo…

Paola Rolletta

Hortus Hernicus Sarandrea S.R.L