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In Ciociaria è crisi idrica e l’acqua erogata a turni, l’agricoltura in ginocchio

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Mentre gli incendi non si fermano, decine di Comuni del Frusinate ricevono l’acqua a turno e le sorgenti sono a secco.


 

Centinaia di ettari di vegetazione sono stati già divorati dalle fiamme, una siccità spaventosa e turni per l’erogazione d’acqua in molto comuni. In Ciociaria, come pure in altre zone del Lazio, è piena emergenza e l’agricoltura rischia di finire in ginocchio, con notevoli danni per l’intero comparto.

Gli incendi non finiscono più. Dopo i vasti roghi della scorsa settimana sul monte Scalambra a Serrone (in cenere circa cento ettari) e sul monte Reo a Tecchiena, Sulla Monna i boschi sono stati «feriti» dal fuoco oltre a Piglio, Paliano, Vico nel Lazio, Veroli e nel Cassinate e poco fa San Giovanni Incarico.

La crisi idrica adesso attanaglia gran parte della provincia di Frosinone: mezza Ciociaria attua i turni per l’erogazione dell’acqua, una trentina i comuni che vanno avanti con turnazioni limitate.

Le sorgenti sono in forte calo con notevole riduzione della portata. Il bacino di Capo Fiume (Collepardo) – rifornisce venti comuni – oggi garantisce circa la metà dell’acqua rispetto all’inizio dell’anno. Il lago di Canterno, vicino a Fiuggi, è sotto di un metro e mezzo rispetto al normale livello e centinaia di uccelli acquatici sono stati costretti a migrare per nutrirsi.

La Coldiretti parla di qualità delle produzioni compromesse e chiede alla Regione Lazio di aprire una vertenza sui danni all’agricoltura.