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Mirko Gori: I muscoli del capitano

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Sabato contro il Carpi la prima volta di Mirko Gori con la fascia di capitano al braccio

La prima fascia di capitano non si scorda mai. Si potrebbe fotografare così l’ultima parte di gara di Mirko Gori nella vittoriosa sfida casalinga del Matusa contro il Carpi. E’ il quarantaduesimo minuto del secondo tempo: mister Marino richiama il capitano iniziale Daniel Ciofani e fa entrare Benjamin Mokulu per gestire gli ultimi istanti di partita. Sembra all’apparenza una sostituzione normalissima ma di fatto non lo è, perché Daniel si avvicina a Gori e gli cede la fascia di capitano prima di abbandonare il campo. La storia in quell’istante è compiuta: Mirko Gori diventa il capitano del Frosinone Calcio per la prima volta nella sua carriera. Il sogno da bambino che lui stesso non ha mai nascosto: “Per gli anni che sto trascorrendo in questa società posso solo dire grazie perche’ prima di incontrare queste persone speciali avevo anche pensato di smettere con il calcio. Loro mi hanno ridato la voglia di rimettermi in gioco e non nascondo che in futuro mi piacerebbe diventare il capitano di questa squadra. E’ un mio sogno e spero di riuscire a realizzarlo presto”. Parlava così il numero cinque in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Milan a San Siro della scorsa stagione. Un sogno, un presentimento e una voglia e una determinazione feroce di diventare il futuro capitano di questa squadra. Dichiarazioni che a distanza di qualche mese sono diventate realtà. Chissà cosa sarà passato nella testa di Mirko in quegli istanti con la fascia al braccio mentre difendeva, da ciociaro, un risultato importantissimo che stava proiettando il Frosinone in vetta alla classifica da solo e con addirittura due punti di vantaggio sul Verona. Gli saranno passati davanti agli occhi gli inizi della sua carriera calcistica: il campo Gino Sevi di Tecchiena, la Berretti con il Frosinone, il debutto in Lega Pro, il gol nella sfida playoff nella partita di andata al Via del Mare di Lecce, il debutto in B, il primo gol nel campionato cadetto in casa al Vicenza e poi il debutto in A fino a giocare in campi che prima sognava soltanto davanti alla tv: l’Olimpico di Roma, lo Juventus Stadium e San Siro su tutti. Quanta strada, quante soddisfazioni ma anche quanta fatica per riuscire ad emergere e alla fine coronare il sogno di diventare il capitano del Frosinone Calcio in un pomeriggio di metà febbraio al Matusa contro il Carpi. “Guarda i muscoli del capitano, tutti di plastica e di metano” le strofe di questa magnifica canzone sono di un maestro della musica italiana come Francesco De Gregori, ma la scenografia sabato pomeriggio al Matusa è stata di Mirko Gori.

Massimo Papitto